Zavattini a Roma
(di C.D.S.) – Si terrà domani, martedì 27 Aprile, alle ore 16,30, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, sita in Viale Castro Pretorio 105, un incontro per ricordare Cesare Zavattini e il suo rapporto con Roma, e interrogarsi sull’eredità da lui lasciata al cinema italiano e agli autori contemporanei, dal titolo “Cesare Zavattini: L’officina romana e la narrazione del reale”. Alla tavola rotonda parteciperanno Mario Balsamo, Orio Caldiron, Giuliano Compagno, Ansano Giannarelli, Carlo Lizzani, Francesco Maselli e Stefania Parigi. A coordinare l’evento sarà Maurizio Carrassi. Zavattini è morto a Roma il 13 ottobre 1989, ed è sepolto a Luzzara, Reggio Emilia, dove nacque, il 20 settembre 1902. A partire dall’immediato dopoguerra, s’impegna a fondo nella battaglia per una nuova organizzazione della cultura e del cinema, svolgendo una funzione rilevante nelle associazioni degli autori cinematografici e delle cooperative. Il passaggio di Zavattini da una prospettiva prevalentemente affabulatoria al realismo può farsi risalire al bombardamento di San Lorenzo del Luglio ’43. Questo trauma, quest’irrompere della realtà in modo così inaspettato e violento ai danni di una popolazione inerme e socialmente subalterna, ha demarcato una soglia oltre la quale non era più possibile tornare indietro e dove alle parole era necessario anteporre i fatti. Questa svolta vide la città di Roma e il laboratorio rappresentato dalla sua casa e attuale archivio di S.Angela Merici, i luoghi centrali del suo lavoro. Ci chiederemo anche quale eredità quest’ approccio ha rappresentato per il cinema italiano successivo, in particolare nella recente nuova sensibilità di testimoniare i fatti e la capacità di raccontarli. Dopo aver lavorato, dal ’39, con Vittorio De Sica e con on altri grandi registi del cinema italiano e internazionale (Michelangelo Antonioni, Jacques Becker, Alessandro Blasetti, Mauro Bolognini, Mario Camerini, Renè Clement, Damiano Damiani, Giuseppe De Santis, Luciano Emmer, J.G.Espinosa, Federico Fellini, Pietro Germi, Alberto Lattuada, Carlo Lizzani, Citto Maselli, Mario Monicelli, George Wilhelm Pabst, Elio Petri, Gianni Puccini, Dino Risi, Nelo Risi, Roberto Rossellini, Franco Rossi, Mario Soldati, Luchino Visconti, Luigi Zampa); a partire dall’immediato dopoguerra, s’impegna a fondo nella battaglia per una nuova organizzazione della cultura e del cinema, svolgendo una funzione rilevante nelle associazioni degli autori cinematografici e delle cooperative. Di particolare rilevanza nella sua vita anche la lunga presenza a Cuba, da dove lo chiamano per collaborare alla nascita del nuovo cinema dopo la rivoluzione. Secondo me è nel film “la vertiàaaa”, l’opea sua, scritta, diretta ed interpreta, uscita nell’anno della morte, più legata al messaggio morale e poetico di tutta una vita.
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