Un fiore ai Nove Martiri – A Filetto 17 trucidati dai tedeschi del capitano-monsignore
L’Aquila – Una celebrazione del 25 aprile che resterà nel ricordo di tutti, perchè accanto alle autorità e nel cerimoniere sono apparse, ordinate e significative, le carriole: cariche di fiori, però. I carriolisti erano a piazza Nove Martiri (che loro stessi hanno ripulito dalle macerie per la celebrazione di oggi) silenziosi e compunti, per rendere omaggio con i loro petali ai nove ragazzi aquilani uccisi per rappresaglia dai tedeschi, i cui nomi sono nella lapide nel cuore (oggi frantumato) della città . Un omaggio sentito e commosso, come quello delle autorità . Il sindaco Cialente ha sostato sotto la lapide, accanto alla consigliera provinciale Stefania Pezzopane. Presenti molti giovani. Ai nove martiri il prof. Corrado Colacito, molti anni fa, dedicò una accurata ricerca storica – la prima – ripubblicata recentemente da Textus, ma oggi praticamente scomparsa e ignorata.
Le cerimonie aquilane hanno avuto il momento di maggiore commozione però a Onna, dove sono stati commemorati con uguale dolore i 41 morti del terremoto e il 17 trucidati dai tedeschi, in una delle operazioni di rappresaglia nell’Aquilano. L’altra accadde a Filetto, dove pure 17 furono le persone uccise per vendetta dai tedeschi, comandati dal un capitano Defregger che – anni dopo – divenne arcivescovo di Monaco di Baviera. La sorprendente trasformazione fu scoperta nel 1968 da un giornale tedesco, ripresa in tutto il mondo e specialmente a L’Aquila. Il deputato aquilano del PCI Eude Cicerone presentò una denuncia alla procura militare per l’eccidio di Filetto, additando il prelato. La stampa levò un coro di inviti a Defregger, perchè da prete almeno venisse a Filetto a inginocchiarsi sulle tombe delle vittime della rappresaglia. L’invito non fu accolto, Defregger non si fece vedere, il Vaticano aggirò l’argomento e la procura militare archiviò la denuncia. La storia non è stata ricordata oggi, forse per non imbarazzare il governo tedesco di oggi, che per Onna ha fatto e dato molto. I fatti, tuttavia, restano quelli che emersero nel 1968: una pagina oscura della storia remota ma anche della storia più moderna. E opportunistici silenzi, che perdurano confidando nerll’ignoranza dei fatti storici che oggi dilaga.
La liberazione è stata ricordata, come sepre, con solennità presso il sacrario della Brigata Maiella a Taranta Peligna, a Pescara martire dei bombardamenti alleati con migliaia di morti, e in altre località abruzzesi, dove gli eccidi nazisti certo non mancarono: basti ricordare Capistrello, Bosco Martese nel Teramano, Pietransieri di Roccaraso. (Nelle foto storiche i Nove Martiri aquilani, ai quali InAbruzzo.com intende rendere omaggio, nomi non nell’ordine delle foto: Anteo Alleva, Pio Bertolini, Francesco Colaiuda, Fernando Della Torre, Bernardino Di Mario, Bruno D’Inzillo, Carmine Mancini, Sante Marchetti e Giorgio Scimia)
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