Pìzzoli ha ricordato Vittorio Giorgi

Pìzzoli – Poco più di un anno fa moriva a Roma, dove aveva dovuto trovare scampo a causa del terremoto, Vittorio Giorgi, 97 anni portati alla grande fino a pochissimo tempo prima: figura storia della politica abruzzese e aquilana, esponente di spicco prima del PCI e poi delle sue evoluzioni; sindaco di Pìzzoli per molti anni, e deputato tra la fine degli anni ’50 e i primi dei ’60. Operaio carperntiere edile, Giorgi ebbe una lunghissima esperienza sindacale nelle prime lotte per i diritti dei lavoratori, durante il dopoguerra tempestoso e tumutuoso, e pioi si diede interamente alla politica, divenendone un protagonista intelligente, attivo, sempre deciso nel suo ruolo, ma dotato di una grande umanità e comprensione che gli valevano l’apprezzamento e la stima prima di tutto degli avversari. Con altri “grandi vecchi” del PCI, come Eude Cicerone, anche lui parlamentare, guidava il partito e veniva consultato in ogni momento difficile e significativo. Pìzzoli, il suo amatissimo e mai abbandonato paese, lo aveva visto giovane impegnato tra i partigiani. Fu in quel periodo che Giorgi riuscì a tenere rifugiati e protetti (a Pizzoli e altrove nell’Aquilano) Leone e Natalia Ginzburg, lui studioso insigne e lei scrittrice, e a salvare loro probabilmente la vita dalle ricerche e incursioni dei tedeschi a caccia di ebrei. Per le commemorazione di Giorgi ieri è giunto a Pìzzoli il figlio di Leone e Natalia, Carlo Ginzburg, che ha esaltato in comune – dove il sindaco neoletto Angela D’Andrea ha tenuto la cerimonia – l’umanità, il coraggio e la lealtà di Vittorio Giorgi che “è tra coloro che hanno dedicato energie e capacità per costruire un’Italia diversa”.
Presenti alla cerimonia Massimo Cialente, Stefania Pezzopane, Alvaro Iovannitti, Alessandro Clementi e altri esponenti della politica di oggi e di ieri. (Nelle foto Vittorio Giorgi e un momento dei funerali, il 22 aprile 2009 a Pìzzoli)