I terremoti? Imprevedibili, ma predicibili sì: lo dicono la storia e i dati sulla sismicità
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – Con monotonìa ormai stancante, tutti (soprattutto i cronisti meno intelligenti, cioè molti…) domandano ai sismologi e ai geologi se il terremoto è prevedibile, e la risposta immancabilmente è negativa. In tutte le lingue del mondo, e da tutti gli scienziati del mondo. Tranne qualche eccezione, qualche opinione che possiamo – stavolta – trascurare. Per quanto sia sempre ingiusto trascurare chi al problema dedica anni ed energie.
PREDICIBILI SI ‘ – La risposta esatta sarebbe “prevedibili no, i terremoti; ma predicibili sì. Prevedere come, dove e quando non si può, ma predire dove ce ne saranno si può. Semplicemente: ce ne saranno dove sono sempre stati”.
Per arrivare a questa semplice affermazione, abbiamo soltanto fatto quello che chiunque può fare: consultare su internet o sui libri (il che è meglio) i dati sulla sismicità storica di una zona. Abbiamo scelto quella umbro-reatina-abruzzese tra Norcia, l’Aquilano, i Monti della Laga e Gran Sasso. L’area colpita il 9 aprile 2009 e nei mesi seguenti, fino a ieri sera 17 aprile 2010 (scossa 2,2 m.l. tra Amatrice e Montereale), dopo circa 18.000 scosse percepibili dalla popolazione. Innumerevoli quelle strumentali.
AQUILANO E ZONE LIMITROFE – Limitando ancora la ricerca, soffermiamoci sull’Aquilano e sulle zone limitrofe, rilevando solo i sismi stimati di energia superiore a 4,7. Quindi forti.
LE DATE E I SISMI – Vi fu un evento nel 99 a.C. a Norcia che, diciamo, aprì la serie di cui abbiamo notiziee sicuramente colpì anche Amiternum.
1349 e 1461, forti fenomeni nell’Aquilano. Prima devastazione storica dell’Aquila. 1639, Amatrice. Tra 1702 3 1703, diversi eventi rilevanti tra Norcia e L’Aquila, che fu distrutta.
1750,. L’Aquila. 1762, area aquilana. 1786 e 1791, due forti scosse a L’Aquila.
Una serie ininterrotta di eventi tra Norcia, Cascia, Valnerina, fino al 1904, con forte sisma ad Avezzano.
1915, terremoto di Avezzano e Marsica, con risentimenti in tutta l’Italia centrale. Danni ovunque, distruzione in Marsica.
1916, area aquilana.
1950, zona del Gran Sasso, evento forte a L’Aquila e dintorni.
1951, Monti della Laga. 1958 e 1960 L’Aquila e Marsica.
Altri eventi fino al 1984, Parco nazionale d’Abruzzo con risentimenti notevoli in tutta la zona centrale dell’Italia.1985, altro sisma nella medesima zona, meno forte.
SISMI CORRELATI? – 1997, terremoto in Umbria meridionale, forse “preparatorio” di quello del 2009 a L’Aquila.
Solo oggi gli scienziati ammettono correlazioni tra terremoti, ma sicuramente se ne potevano immaginare sempre leggendo la storia della sismicità.
TERZA DISTRUZION E – Aprile 2009, terremoto a L’Aquila e distruzione della città. La terza dal 1349.
Riguardando le date (tratte dal database DBM04, osservazioni macrosismiche) si può tranquillamente affermare che i terremoti catastrofici hanno intervalli piuttosto lunghi, anche se tra l’uno e il successivo, si inseriscono scosse anche forti in varie zone, risentite nell’intero comprensorio.
Nel 1984, il terremoto del Parco nazionale d’Abruzzo fu fortemente avvertito ovunque e provocò rilevanti danni e crolli nell’area direttamente colpita.
MAI PERIODI LUNGHI – Ma non esiste – se controlliamo le date – un periodo LUNGO senza terremoti che colpiscano sempre lo stesso comprensorio, quello che abbiamo preso in esame. Gli intervalli di “quiete” (che tale per gli strumenti non è mai) sono molto brevi, al più di qualche anno. Sono sicuramente più lunghi gli intervalli tra eventi distruttivi.
Semplice concludere che esiste una predicibilità infallibile comprovata dalla sismicità storica. Questo non deve impaurire o creare apprensioni, ma rendere tutti consapevoli che un’area sismica lo è da sempre e sempre lo sarà. Mai come in questo campo, la sola fonte attendibile sulla quale basarsi per agire con raziocinio, è la storia.
POLITICA COMPLICE – Il dato statistico – di per sé spesso solo puramente informativo – assume valore deterministico, non è trascurabile. Se volete, è un dito puntato inesorabilmente contro chi rifugge dal dovere di informare correttamente, senza timori o peggio senza rispondere ad occulti interessi. Quanto alla politica che per decenni, almeno dal 1950 ad oggi, ha omesso interventi per rendere sicuri edifici a rischio e scuole, luoghi di raduno delle persone e sedi istituzionali molto frequentate di riunioni e assemblee pubbliche, di studio, di spettacolo, luoghi di culto e celebrazione. E abitazioni, naturalmente.
STUDI ALLARMANTI – La politica, quindi, ha occultato e nascosto studi e rilevazioni scientifiche, che evidenziavano il rischio e avrebbero richiesto risorse e decisioni vitali. Ha taciuto e chiuso gli occhi su fattori di rischio tipicamente “aquilani”, come il suolo che accelera le onde sismiche: sotto i piedi degli aquilani. Ha taciuto per non scombinare affari e loschi interessi, di cui verosimilmente la politica o parti di essa erano partecipi e destinatari.
OMAGGIO AI MORTI – Questo va detto alla vigilia della ricostruzione e perché i politici ai quali toccherà questo immane compito agiscano – finalmente – con coscienza e ben diversamente dai loro predecessori. Scriviamo e sottoscriviamo certi di essere accantonati e oscurati anche noi, di fronte al muro dell’indifferenza. E’ però il nostro omaggio rispettoso ai chi nel sisma ha perso la vita. Non retorica, ma dati e date. E il dovere giornalistico più elementare.
(Nelle immagini il tracciato sismografico di un forte sisma e la mappa degli epicentri nell’Aquilano dal 6 aprile 2009 in avanti, e Il Messaggero di 13 anni fa: più predizione di così… era uno scienziato a parlare, ovviamente ignorato)
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