Dopo sisma, ma quale “normalità”?


Chianciano – Sono 8mila gli aquilani che hanno chiesto residenza altrove, 14.000 vivono nelle ”new town, brutte neo-periferie perse nel nulla”, 6000 sono ancora ospitati in alberghi sulle coste, 4000 vivono nei map (moduli abitativi provvisori), 4000 sono ospiti di parenti. ”Siamo quindi molto lontani anche solo dalla prospettiva di ritorno alla normalita’ che vedete sui TG e che qualcuno vorrebbe gia’ avvenuta a L’Aquila”. La testimonianza di Marcella Bendoni, presidente de l’Arci dell’Acquila al XV Congresso in corso a Chianciano oscilla tra rabbia e costruzione per una realta’, ”che anche nei giorni piu’ bui non ha smesso di lavorare per far rivivere la normalita’ quella vera. Quella degli oltre 160 volontari che non ci hanno mai lasciato fino a quando non sono state smontate le tendopoli”. Quella dei 140mila euro che tutte le Arci d’Italia hanno raccolto per L’Aquila e che costruiranno le due nuove sedi in cui ”la normalita’, quella vera, ce la riprenderemo insieme alle altre associazioni che le faranno vivere”, assicura Marcella. L’Aquila, la citta’ caduta sotto i colpi del terremoto, non tornera’ come prima tanto presto: ”e’ popolata di militari armati, non di aquilani e di notte se la inghiotte il buio. Chi non ci vive non puo’ immaginare che effetto fa – racconta commossa. Le imprese sono chiuse, i negozi pure, 15mila di noi sono in cassa integrazione o disoccupati. Senza la famiglia dell’Arci non ne saremmo mai venuti fuori – conclude -. Ma con il nostro lavoro, culturale, sociale, continuiamo a far vivere la speranza”.


17 Aprile 2010

Categoria : Cronaca
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