Ecco il museo-laboratorio
Celano – Torna nella disponibilità dei turisti e degli appassionati d’arte una delle strutture museali più interessanti d’Abruzzo, quella di Celano, la cui importanza è fortemente aumentata dopo il terremoto aquilano per il restauro. E’ stato inaugurato ieri MUSé – il Nuovo Museo e Centro Restauro di Paludi di Celano . Tra gli altri erano presenti il Sindaco di Celano, Sen Filippo Piccone il Presidente della Provincia dell’Aquila Antonio Del Corvo e il Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo Nazario Pagano, che hanno plaudito all’iniziativa auspicando una collaborazione tra gli enti per valorizzare al massimo MUSé, diventata simbolo di rinascita dell’arte aquilana dopo il disastroso terremoto che il 6 aprile 2009. Il museo, infatti, ha accolto e sta restaurando le opere d’arte recuperate dalle chiese del territorio aquilano e dal Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila. “La struttura che funzionava già dalla fine degli anni ottanta – spiega la Direttrice Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici per l’Abruzzo Anna Maria Reggiani – ed esprimeva già enormi potenzialità non sfruttate fino al 2009, mostra ora tutta la valenza e giustezza della scelta fatta al momento al momento della sua realizzazione. Una valenza tanto più forte oggi che questo Museo è diventato indispensabile per L’Aquila e la sua provincia. Il ruolo svolto, sia prima del 2009, sia subito dopo il sisma che oggi, dimostra la continuità delle buone scelte fatte dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che con adeguati finanziamenti potrebbero avere un ruolo fondamentale per il territorio in cui vengono fatte”. Il museo nasce da un’idea completamente innovativa, realizzare un museo-laboratorio che esca dalla logica del contenitore di oggetti per entrare in quella di open space della cultura.
L’edificio post-moderno esteso per 5.000 mq fu realizzato nel 1985 per volere dell’allora Soprintendente ai Beni Culturali Giovanni Scichilone. Il museo si presenta come una struttura seminterrata, che ricorda le antiche sepolture a tumulo, su cui si aprono oblò ed ampie finestre, ed è circondato da piazzette interne e terrazze sommitali che permettono di osservare l’ambiente interno ed esterno. Al nucleo centrale del museo è collegata una passerella sospesa che permette ai visitatori, anche disabili, di poter osservare dall’alto l’area archeologica del villaggio palafitticolo e dell’antica necropoli: nel maggiore dei laghetti artificiali adiacenti al museo sono infatti ancora evidenti resti di pali lignei e le strutture in pietra delle sei sepolture a tumulo venute alla luce durante la campagna di scavo realizzata nel 1984. Dal tetto del Museo, completamente percorribile si può ammirare la Serra di Celano, una imponente montagna priva completamente di vegetazione nel tratto più alto, alle cui pendici sorge l’abitato moderno di Celano. La parte espositiva del Museo ospita una sezione stabile dedicata all’archeologia con dodici vetrine fisse (si prevede anche la ricostruzione dal vero della Grotta Continenza a Trasacco)e una sezione mostre dedicata alle attività e agli allestimenti temporanei. Nella sezione permanente sono esposti reperti archeologici provenienti dalla Piana del Fucino, dalle campagne di scavo di Fossa e Bazzano e da tutto il territorio aquilano; tra i pezzi più importanti si possono ammirare: l’ascia martello in pietra da Caporciano, un corredo funerario orientalizzante proveniente dalla necropoli di Fossa e un punteruolo in osso utilizzato per forare le pelli e rinvenuto nella grotta Beatrice Cenci, reperto rarissimo per il fatto di essere stato scoperto in un riparo di montagna. L’esposizione abbraccia un ampio periodo che va dall’età del bronzo finale (XIII sec. a.C.) all’età romana (I a.C.). Un punto di forza del Museo è costituito dai laboratori di restauro, due vasti ambienti allestiti per il restauro, la ricomposizione e lo studio grafico dei reperti non solo archeologici ma anche artistici. Adiacente a questo ambiente si apre il grande deposito che ospita i materiali archeologici e antropologici, provenienti dagli scavi abruzzesi, inventariati e suddivisi topograficamente in base alle province di provenienza.
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