Giampaolo Giuliani: “Ora soddisfazioni, non più solo umiliazioni e prese in giro”
L’Aquila – (di Giampaolo Giuliani – ricercatore e studioso) – Gentile Direttore di “InAbruzzo.com”, sono Giampaolo Giuliani (ricercatore). Spero mi permetta di rispondere ai diversi articoli, a firma di Domenico Mastrogiuseppe (Fisico), che da tempo appaiono nella suo giornale. Colgo l’occasione per ringraziarlo, non solo per le cose che scrive sulla mia ricerca sperimentale ma anche per la delicatezza ed il modo con cui tratta le cose. Da un vero fisico non mi sarei comunque potuto attendere di meno. Mi creda, fa la differenza anche nel modo di porre quesiti e fatti. Non ultima l’idea che propone dell’utilizzo del PM-4 come sistema preventivo di allarme, per quella parte di cittadini che vive ancora a rischio sismico.
L’idea di tornare ad utilizzare metodi come quelli della seconda guerra mondiale (sirene e megafoni) non è poi male, se si pensa che seppur spartano, quel sistema, permise all’epoca di salvare non poche vite umane.
Grazie a Dio, i tempi sono cambiati ed il mondo tecnologico dispone oggi di sistemi talmente sofisticati, da non dover ricorrere ad altoparlanti e sirene di allarme, per avvertire la popolazione da una scossa sismica di forte intensità. In effetti, come ipotizzato dall’amico Domenico, dal 2003 la mia ricerca possiede un allarme generato da un programma automatico che invia una e-mail quando nell’analisi viene riscontrato quello che noi chiamiamo precursore sismico. Le dirò di più, stiamo in questi giorni testando un uovo sistema che oltre alla e-mail di allarme, invia ad un cellulare un messaggio sms, preannunciando l’anomalia sismica. Già da febbraio 2009, la Protezione Civile della Provincia di L’Aquila, riceveva e-mail degli allarmi generati dalle diverse stazioni, proprio per permettere loro, di verificare la rispondenza tra gli allarmi ricevuti ed i successivi eventi sismici registrati. Il risultato deve avere avuto successo, visto che, oltre alla sala sismica concordata con il sindaco Massimo Cialente, presso la Sala degli Archi della Scuola De Amicis, con i tecnici delle Protezione Civile della Provincia avevamo già individuato in Sulmona, Castel di Sangro ed Avezzano, le sedi per ospitare tre nuove stazioni, che avrebbero permesso l’ampliamento della rete di monitoraggio della Provincia di L’Aquila, con la realizzazione a L’Aquila di una sala operativa per la Protezione Civile della Provincia, dalla quale, lì dove ce ne fosse stata l’esigenza, sarebbero partiti gli allarmi preventivi per la popolazione.
Come si può notare, la lungimiranza del fisico Domenico Mastrogiuseppe, l’avevamo messa in pratica già dal 2003. Vi chiederete perché allora questi allarmi non sono mai partiti. La risposta l’avete avuta sotto gli occhi, durante tutto l’impatto mediatico che mi fu procurato dai grandi dottori delle verità assolute. Questi venendo a L’Aquila, imposero a tutti gli amministratori locali di prendere le distanze dall’imbecille, dal ciarlatano, dallo sciamano e dal non laureato. Fu proprio quei giorni, 30 e 31 marzo 2009, dopo le prodezze di Guido Bertolaso, Fabio Federico, Bernardo De Bernardinis e Co. che gli avvocati m’imposero di tagliare drasticamente ogni rapporto con tutti: amministratori, politici, giornalisti, datore di lavoro e quant’altri potessero peggiorare la mia posizione legale.
Sacrosante parole quelle del fisico Mastrogiuseppe, oggi come allora, qualsiasi cosa in più, seppur spartana, avrebbe contribuito a salvare qualche vita in più. Si! Perché tutti coloro che in quei giorni avevano accesso ai grafici, ebbero tempo e ragione di mettersi in sicurezza. Anche un semplice 10% dell’efficienza degli allarmi, rispetto al niente denunciato dalla scienza ufficiale, sarebbe stato un ottimo contributo in vite umane. Il nostro sistema garantisce comunque per forti terremoti, una elevata efficienza. Come si può vedere dal grafico in basso.
Da allora ad oggi le cose sono cambiate. Sicuramente meglio di quanto un anno fa avrei potuto immaginare. L’attenzione a livello scientifico che ho avuto, da parte di ricercatori e scienziati sia italiani che stranieri, mi ha ripagato delle umiliazioni di quei terribili primi momenti. Il rammarico maggiore era l’essere contestato proprio in casa. Ma si sa: “Nemo propheta in patria”. La forza ed il coraggio di andare avanti, è venuta invece ad opera dell’esercito di amici nato su Face book, da tutti i cittadini italiani e del mondo che mi hanno subissato di messaggi di stima ed esortazione nel proseguire nella mia ricerca. E la ricerca sta andando avanti come meglio non potrebbe e se mi sarà concessa l’opportunità di poter continuare, come fino ad oggi fatto, presto tutti avranno l’opportunità di condividere l’orgoglio e la gioia di qualcosa che nascendo nella nostra città, sarà riconosciuta ed apprezzata da tutto il mondo.
Così caro Domenico, alla fine del discorso, tirando le somme, non ti angustiare più di tanto con gli scettici. Ci sono sempre stati e continueranno ad esserci nel futuro. Ciò che conta è lasciare una traccia del nostro lavoro che sarà apprezzato dalle nuove generazioni, che inevitabilmente saranno più preparate di quei professoroni di cui tu hai parlato e dei loro discepoli poco colti.
(Ndr) – Noi abbiamo la coscienza giornalistica a posto essendo stati i primi a parlare di Giuliani diversi anni fa sul settimanale L’Opinione, e in seguito molte altre volte. Una persona che dedica la sua vita a ciò che crede giusto è comunque rispettabile e nessuno deve prendersi la libertà di dileggiarla o emarginarla. Non c’è bisogno di credere che tutto sia oro colato, per dare la giusta, corretta attenzione a chi studia, ricerca, propugna idee e convinzioni, espone fatti e dati. Chiunque dia un contributo nel campo scientifico è un benemerito, mentre troppo spesso in scienza e in politica si agisce in modo davvero sconfortante. Con i risultati che sono al vaglio dei magistrati. Anche qui, senza prendere tutto per oro colato, naturalmente. L’unico scopo che dovrebbe guidare tutti è stabilire la verità.
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