UIL, sede in camper a piazza d’Armi
L’Aquila – La Uil, la cui sede aquilana è inagibile, ha riaperto una sede provvisoria a Piazza d’Armi, all’ingresso del campo, con camper attrezzati, operatori dei servizi e sindacalisti. Il numero di telefono è il 333-2498918. Altri camper stazioneranno davanti ai maggiori campi, a partire da Paganica, con modalità e orari che renderemo noti quanto prima.
“Sin dai primi giorni-dice una nota sindacale- abbiamo registrato un’alta affluenza di persone, che si sono trovate a passare nell’arco di mezzo minuto dalla condizione di cittadini a quella di profughi, con una domanda di assistenza, tutela, rappresentanza più vasta di quella tradizionalmente rivolta al sindacato e ai suoi servizi, una sorta di segretariato sociale. Il Sindacato deve in questa situazione funzionare come sindacato generale, sindacato dei cittadini terremotati.
Il lavoro è l’architrave della ricostruzione: fondamentale il mantenimento delle attività produttive e l’attrazione di ulteriori nuove iniziative. Tanto più inaccettabili le operazioni e le intenzioni di delocalizzazione di funzioni, istituzioni, enti e servizi a danno della città dell’Aquila, che deve essere ricostruita non genericamente come realtà colpita dal terremoto, ma nella sua veste di capoluogo, sede primaria delle Istituzioni regionali, di un’antica Università, di un importante ospedale.
A nostro giudizio, è ora necessario individuare un regime fiscale speciale (zona franca) che favorisca gli investimenti all’Aquila, raccordato con il Protocollo Valle Peligna, non tagliato solo sulle imprese, ma anche in favore dei redditi da lavoro dipendente e pensione. Per questo insieme alla Uil Nazionale abbiamo proposto di sospendere per due anni sia la maggiorazione dell’IRPEF Regionale e dell’IRAP che le maggiorazioni dell’IRPEF di tutti i Comuni colpiti dal sisma. Il ruolo rilevante che giustamente assume il livello nazionale rende urgente l’individuazione del ruolo della Regione e delle modalità di partecipazione delle parti sociali e dei cittadini. Ci auguriamo che il Presidente Chiodi risponda presto alla richiesta d’incontro fattagli dai Sindacati.
Il 1° maggio all’Aquila non sarà una festa, ma una manifestazione sobria, limitata anche dal punto di vista numerico, che vuole portare un segno di vicinanza alla popolazione colpita dal terremoto e significare la volontà del mondo sindacale di essere vicini ai terremotati anche dopo, fino al compimento positivo della ricostruzione, una sfida da vincere, l’occasione per dimostrare la capacità dell’Italia e dell’Abruzzo di affrancarsi da una cultura che ha deturpato il Paese, associata ad un’accezione negativa del fare “all’italiana”.
Al momento l'inserimento di commenti non è consentito.
Non c'è ancora nessun commento.