“Parchi, carrozzoni per politici non eletti”
Ofena – Scrive Dino Rossi del Cospa: “Sempre più frequenti sono gli attacchi da parte di lupi, o meglio dire che trattasi di cani rinselvatichiti I parchi, di cui l’Abruzzo è pieno, dove si aggiungono altre aree protette, sono diventati covo di animali strani, come ad esempio: il lupo appenninico, che di lupo sembra sia rimasto solo il nome stante a quanto riportato da alcune riviste scientifiche. Il Planam, il parco più vecchio dell’Abruzzo, negli ultimi gironi è sempre in cronaca per le predazioni da lupi, tanto è vero che alcune prede trovano rifugio nei centri abitati, come è accaduto al cervo di alcuni giorni passati. A causa dell’uomo politico che con le sue leggi dettate dalla CE o dalle cabine di regia dei palazzi romani, si è divenuti alla mancanza dell’uomo contadino, il quale faceva parte della catena alimentare, che con il suo lavoro per la propria sopravvivenza, senza saperlo teneva integro il territorio e tutelava gli animali selvatici e non.
Oggi, i contadini sono in estinzione, e quindi le aree protette vengono custodite solo a parole, ed infatti, ci ritroviamo un territorio abbandonato, tanto è vero che, gli incendi sono più frequenti dovuto all’abbandono del territorio. Questo dato di fatto, non ha preservato l’ambiente di una volta, la cacciagione è sempre più rara, anche se dovesse essere il contrario visto le numerose aree protette.
Le province di seguito sono costrette a fare il ripopolamento, con conseguenze disastrose a livello di immissioni di altri virus legate alla reintroduzione di animali provenienti da altri luoghi. I danni in questo caso sono irreparabili con grave ripercussioni anche alla fauna selvatica protetta come il Camoscio, il quale, secondo voci di corridoio sono infetti da BVD, (diarrea virale bovina). Sempre più frequenti sono le segnalazioni che arrivano nella sede del Cospa Abruzzo, che i parchi invece di aiutare i contadini o gli imprenditori agricoli, come vengono chiamati oggi, tendono a risparmiare sul bilancio, trovando pretestuose cause per non pagare gli allevatori e agricoltori residenti nelle arre parco, questo fatto è sempre più frequente tanto da indurre quei pochi operatori del settore rimasti, (i contadini in via di estinzioni), a non coltivare o allevare bestiame.
È una situazione che va avanti da anni, tanto che lo stato spende milioni di euro la tutela della flora e della fauna, ma a quanto pare, sembra che stia facendo più danni che utile.
Questi carrozzoni non sono altro che luoghi di riciclo di politici non votati dal popolo, ma poi il popolo se li ritrova acomandare delle strutture pubbliche. E i veri competenti dove sono?”.
(Nell’immagine la testata di “Osservatorio ecologico”)
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