Le ossa di Caravaggio all’Aquila
L’Aquila – La ricerca sulla morte di Michelangelo Merisi da Caravaggio passa anche per L’Aquila. Sono infatti attualmente allo studio presso l’università aquilana, nel dipartimento di scienze, alcuni frammenti ossei che potrebbero essere proprio quelli del pittore. E’ quasi certo che Caravaggio morì nel 1610 e venne sepolto in una fossa comune sulla spiaggia di Porto Ercole, in Toscana. Poco di scientificamente certo c’è però sulle cause della morte, a quanto pare avvenuta per febbre, e sulle circostanze dell’ultimo periodo di vita del pittore. Il progetto, coordinato dal professor Gruppioni, antropologo dell’unversità di Ravenna, proprio su questo mira a far luce.Individuato il luogo della sua sepoltura, gli studiosi hanno riesumato alcuni mesi fa i resti e li hanno poi inviati in sei università italiane, tra cui L’Aquila, per sottoporli all’esame istologico e ricavarne DNA e datazione. Il compito di scegliere i frammenti ossei nella fossa comune dove si pensa sia stato sepolto l’artista è toccato tra gli altri ad Antonio Moretti, professore presso l’ateneo aquilano e forse meglio conosciuto in città per la sua attività di sismologo. A marzo sono stati inoltre prelevati dei campioni di saliva da probabili discendenti, tutti appartenenti a gruppi parentali di linea paterna, nella cittadina lombarda di Caravaggio, indispensabili per eseguire in seguito l’esame comparativo col DNA ricavato dai frammenti ossei. I risultati dello studio sono attesi a breve.
Non c'è ancora nessun commento.