Banca d’Italia, primo stop a rientri – Scene da dopoguerra, ordinanze persecutorie?
L’Aquila – Scene spiacevoli, socialmente offensive della dignità dei cittadini, per l’assurda caparbietà di chi intende obbligare le famiglie inquiline a rientrare negli appartamenti del quartiere Banca d’Italia, da molti ritenuto non soltanto insicuro, ma assolutamente invivibile perchè sarebbe abitabile solo una strada, interamente circondata da macerie, edifici pericolanti di tipo E ed F, vuoto, desolato e lontano da negozi e servizi. Scene da dopoguerra che solo un po’ di buonsenso sarebbe valso ad evitare. Ma il buonsenso a L’Aquila ha perso il domicilio: è terremotato anche lui. E c’è chi prova a giocare con il disagio delle persone.
Questa mattina tecnici comunali e forze dell’ordine si sono presentati in una delle new town, intenzionati a scacciare con la forza una famiglia che si vorrebbe obbligare a tornare alla Banca d’Italia, ignorando il fatto che c’è una denuncia firmata da 12 famiglie e che la Procura la sta valutando. Sul posto c’erano giornalisti e operatori tv. I tecnici comunali, temendo di attirare su di loro l’esecrazione popolare, hanno preferito fare marcia indietro. Gli inquilini dell’appartamento antisismico hanno dichiarato di non poterlo lasciare, come il Comune aveva ordinato senza sentire ragioni, non sapendo dove andare: il loro appartamento alla Bancxa d’Italia non è da loro ritenuto sicuro, nè il quartiere abitabile, almeno al momento. L’avvocato Antonio Valentini, che si occupa del caso, ha presentato immediato ricorso d’urgenza al TAR, che in brevissimo tempo, data la situazione, ha deliberato la sospensiva. Se ne riparlerà il 28 aprile quando il caso sarà discusso nel merito e, fra l’altro, saranno perobabilmente note anche le decisioni della Procura in merito alla denuncia penale. L’avv. Valentini, dichiarandosi soddisfatto, ha aggiunto: “Ho visitato ieri sera il quartiere, nessuno può onestamente accettare di andare abitare in una zona in quelle condizioni”. (Nella foto: tunnel di legno per timore di crolli, recinzioni, tavole e desolazione: si può vivere in un luogo del genere?)
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