Dispersi, sesto giorno: un localizzatore avrebbe risolto i problemi subito
Domenica scorsa è cominciata la terribile avventura dei quattro avezzanesi sul Velino e oggi, domenica, dopo sei giorni, siamo lontani dalla soluzione. Gli esperti di montagna non hanno dubbi: un localizzatore da valanga avrebbe risolto, probabilmente nel migliore dei modi, tutti i problemi. Avrebbe rivelato la zona in cui i quattro o alcuni di loro erano stati travolti dalla massa di neve. Il segnale radio emesso dall’apparecchio funziona immediatamente e bene. Le ricerche possono puntare subito ad un esito positivo. Ma il localizzatore i quattro non lo avevano, come non lo hanno di solito coloro che – non badando alle previsioni meteo e alle norme della prudenza – si avventurano in montagna quando non si dovrebbe.
Il secondo aspetto importante della vicenda è l’enorme costo dei soccorsi, con il rischio elevato per i soccorritori, e la perdita di un costoso gatto delle nevi da 400.000 euro. A chi si accollano le spese ingentissime di un’operazione imponente, estesa, coraggiosa, benchè finora senza esito.
Una regione montuosa come l’Abruzzo dovrebbe emanare norme in questo campo e farle rispettare. Nemmeno a pensarci. Parlarne sì, e da anni, ma senza alcun risultato9 pratico.
Si continua a spendere molto denaro e a rischiare molte vite ogni volta – spesso – che accade qualcosa a persone che vengono salvate oppure, in alcuni casi, no. Il tutto denuncia una totale mancanza di logica e di capacità di intervento. Anzim, il mondo dei soccorsi è spesso oggetto di politiche incomprensibili, come la decisione di dislocare la sede del soccorso alpino al mare, a Pescara, dove si trova.
Augurandosi che i dispersi del Velino siano trovati, ci si domanda se stavolta la politica e gli esperti sappiano almeno aprire l’argomento e affrontarlo.
Non c'è ancora nessun commento.