Saperne di più – Cent’anni di comunismo
Ne sapremmo assai di meno, e non di più, del comunismo italiano e della sua storia spesso di primo piano in Abruzzo e nel paese, se non esistesse – una volta tanto va detto – quel gran mezzo di divulgazione che è la tv. Pubblica e privata. Talvolta decisamente migliore quella privata. Si compiono cent’anni dalla nascita del PCI e la cultura ufficiale, la voce della politica odierna, sanno solo tacere. Rattrista che il PD e gli altri esponenti di una sinistra sempre più acquosa ed evanescente badino solo a conservare potere di governo, inesistenti alleanze, flebili maggioranze. Tutti pensano famelici al potere e nessuno ai cento anni dalla nascita del PCI. Che spaventoso declino culturale, che scomparsa di fede e i ideali. Oggi parlare di comunismo e di storia sembra quasi un sacrilegio. Una perdita di tempo. Hanno dimenticato, o forse non hanno mai saputo.
E’ per questa spalmata e diffusa ignoranza, gravidi di indifferenza, che tanti tacciono, non trovano nulla da dire. Non sentono il bisogno di dire. A noi un paese senza una sinistra sembra una baracca abbandonata, povera di idee e di cultura, priva di sensibilità e di coscienza.
Il comunismo italiano fu protagonista, a molti indigesto, ma mai insipido, che diede un forte impulso al miglioramento del paese Italia. Libere e giuste tutte le opinioni, i dissensi, ma stupido e consono ai nostri tempi il silenzio. Che è silenzio dell’ignoranza più proterva e velenosa. Indimenticabile il bacio sulla fronte di Berlinguer nella camera ardente delle Botteghe oscure da parte del caporione dei fascisti, Almirante. Se n’era andato un nemico grande e nobile, Almirante chinava il capo. Gesti di altri tempi.
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