La cultura comincia con la memoria
Che L’Aquila ancora una volta non sia riuscita ad ottenere la candidatura a capitale della cultura certo dispiace agli aquilani e, forse, anche a molti abruzzesi. In fondo, sarebbe stato prima di tutto un affare. Come lo è stato per Matera e lo sarà per Procida. Lo diciamo con sincerità e aggiungiamo che certe cose prima di tutto si debbono meritare.
E qui ci sono dolenti note, che sfoderiamo senza acrimonia, ma sicuramente anche senza peli sulla lingua. L’Aquila merita un titolo così significativo? La cultura, per quel che ne sappiamo, è prima di tutto memoria. Rispetto del passato e di se stessi. Del proprio dolore, delle piaghe non rimarginate. L’Aquila politica questa sensibilità ce l’ha nel cuore e nella memoria umana della gente, che non dimentica i morti del terremoto. Morti da quasi 12 anni ai quali la città non ha saputo dare rispetto, meditazione, ricordo degno. L’attuale loquace amministrazione, e le precedenti spesso intrise di fanfaronate, non hanno saputo o voluto realizzare il parco della memoria, perdendo tempo e anni in deprimenti polemiche e cloacali chiacchiere. E’ una macchia che non si cancellerà mai e non certo un segnale di cultura sociale e politica.
Cultura è qualcosa di immateriale e conservativo, riguarda tutti i campi e i comportamenti. L’Aquila ha una cultura, soprattutto di matrice scientifica (anche se pochi se ne accorgono), ha musica, teatro e altro, ma non un tessuto culturale che faccia da substrato. Altrimenti si sarebbe vergognata di aver gettato via 12 anni senza il minimo rispetto dei suoi morti, se non la sbiadita sfilata di ogni 6 aprile. Fiaccole e nomi, e il giorno dopo manco una parola, tutto rimesso nel cassetto. E allora, come facciamo a parlare di cultura?
PENSIERINO - Il generoso dono di una grande artista americana al parco di Collemaggio è stato oltraggiato e vandalizzato. Tutto passato sotto silenzio o quasi. Nessun impegno di vigilanza, di tutela, di interventi efficaci. A noi pare un segno di incultura. E anche di pericolosa arroganza da suburbio.
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