Ospedale, attorno caos e poca pulizia – Calvario per cercare parcheggio, reparti, persone


L’Aquila – C’è da credere nelle parole del direttore manager Giancarlo Silveri, quando annuncia: entro pochi mesi il San Salvatore riavrà i suoi 400 e passa posti letto. Tanti, quanti ne aveva prima dell’aprile 2009. Il fervore delle opere e degli interventi, e iln fiume di denaro che sta correndo da mesi verso il nucleo della sanità pubblica aquilana, sono elementi palpabili. La volontà e le capacità ci sono, sarebbe ingiusto metterle in dubbio. Come sarebbe giusto dare dei riconoscimenti, non solo economici, al personale – medico non medico – che la notte del terremoto portò a termine un lavoro eroico, strenuo: decine e dcine di persone che compirono un’opera degna di una medaglia al valore, mentre la città tremava e finiva in pezzi, i malati urlavano, molti si sentivano male, e molti altri rischiavano la vita per la paura e il caos. Invece, nessun riconoscimento, nemmeno una parola di elogio ed encomio.
SWe dentro l’ospedale sembra davvero rinascere, e soprattutto rinascerà, attorno c’è il caos. Tre i problemi più gravi: trovare reparti e laboratori muovendosi, a piedi (come non tutti possono fare) vagando nella assoluta insufficienza di segnaletica; parcheggiare; rispettare il minimo dell’igiene e del decoro estetico.

Le aree di parcheggio sono ogni giorno assolutamente insufficienti, la sorveglianza è totalmente assente, l’invasione dei mezzi sulle aiole e nelle stradine quasi tutte strette rende la permanenza nella zona ospedaliera, per qualsiasi motivo, un calvario insopportabile specie quando fa caldo o c’è maltempo. Occorrono subito, immediatamente, altre aree di parcheggio da ricavare senza perdere tempo magari anche nelle aree verdi da “ritagliare” e riurre se necessario. Tanto, tutti vi parcheggiano sopra e camminano indisturbati. A cosa serve il verde, inoltre, sde è sporco, invaso da rifiuti, selvatico? L’area non viene mantenuta decente e accogliente, tanto vale ricavarne parcheggi, parcheggi, parcheggi. Non si può soffrire per raggiungere un reparto, un laboratorio, un parente, un medico, prima per parcheggiare e poi per domandare dove si trova ciò che si cerca. E’ più che evidente che lo spazio per migliaia di auto non c’è, e quindi bisogna trovarlo, realizzare parcheggi negli spazi (anche di campagna) che ci sono. Tra ospedale e altri siti, come centri commerciali, facoltà di Medicina, e più avanti Scienze, l’area è sterminata e accoglie ogni giorno diverse migliaia di persone, come dire migliaia di automobili. Chi progetta la rinascita del San Salvatore deve rendersi conto che all’esterno l’esigenza primaria sono i parcheggi.

Fino ad oggi a L’Aquila niente è stato pensato in rapporto allo spazio necessario per i veicoli: ignoranza progettuale, sottovalutazione dei problemi, diversi interessi e spesso anche volgari speculazioni. L’occasione della cosiddetta rinascita deve essere colta al volo. Non rinasce niente se manca lo spazio per “esserci”, nei luoghi che tornano alla vita quotidiana.
(Nelle foto Col: Un uccello ha nidificato dentro uno dei reparti devastati dal sisma: una presenza che sa di vita. Nelle altre immagini aiole sporche e parcheggio selvaggio sul verde)


10 Aprile 2010

Categoria : Cronaca
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