Megadiscarica: i veleni sono tutti dov’erano
Bussi – Alla vigilia della seconda udienza del processo per i veleni di Bussi, è bene che ci si renda conto della situazione nella discarica più grande d’Europa, lungo il fiume, tra Popoli e Bussi. Un disastro ambientale di immani proporzioni” e’ quello che ognuno puo’ vedere visitando la zona. Oggi il WWF ha voluto mostrare la reale situazione ai giornalisti organizzando un’escursione guidata tra megadiscariche di rifiuti tossici, aree industriali gravemente inquinate e siti industriali dismessi e mai bonificati. La visita, effettuata con uno dei maggiori esperti di storia industriale della Val Pescara, il Prof. Marcello Benegiamo, ha riguardato sia le megadiscariche abusive limitrofe al polo chimico ancora attivo di Bussi sul Tirino, sia il sito industriale dismesso di Piano d’Orta, nella val Pescara. Le megadiscariche di Bussi e l’area di Piano d’Orta sono state oggetto di sequestro nel 2007 da parte della magistratura dopo le indagini del Corpo Forestale dello Stato di Pescara guidato da Guido Conti. L’associazione ha voluto includere nel programma di visita il sito industriale satellite di Piano d’Orta dove la Montecatini dagli inizi del novecento fino alla meta’ degli anni ’60 produsse fertilizzanti con conseguente produzione di grandi quantita’ di scorie tossiche. I partecipanti hanno potuto osservare come, a quarant’anni dalla dismissione e a tre anni dal sequestro da parte della magistratura, il sito sia di fatto abbandonato a se stesso. In pieno centro abitato, a pochi metri dalle case, destano impressione i sinistri strati di materiale color vinaccia che si stanno letteralmente sbriciolando su una strada su cui si affacciano decine di case. Nell’area di Bussi le due megadiscariche, ognuna con centinaia di migliaia di mc di materiale tossico, restano li’ sotto sequestro sul greto dei fiumi Pescara e Tirino. Ma chiunque può avvicinarsi e anche toccare i terreni intrisi di ogni sorta di micidiale miscuglio tossico. Praticamente, è tutto com’era quando qualcuno aprì gli occhi e “scoprì” il deposito, che stava lì da anni ed era cresciuto sotto il naso di tutte le autorità in anni e anni di depositi di materiali da parte degli intoccabili padroni delle industrie chimiche.
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