Amara terra nostra

L’inaugurazione nel dodicesimo o anno dal sisma della prima vera scuola aquilana, la Ventre, ci parla di un’amara terra nostra. Nostra perchè non ne abbiamo un’altra. Amara quanto può esserlo una delusione profonda. Quella che ci infliggono da troppo tempo Stato, istituzioni locali, politica, burocrazia inestirpabile. In dodici anni non si è saputo fare di meglio che gettare via tempo e denaro. Solo una scuola per 400 bambini.
E la ricostruzione come speranza, o meglio illusione.
Eppure, quando si vuole si può fare di meglio, come è accaduto per il ponte di Genova. Una verità che non consola, ma intristisce. Significa che se andiamo avanti ancora così, è perchè non si vuole cambiare. Passano i governi, passano i regimi e i caporioni dei regimi, i ciarloni insulsi delle promesse e degli annunci. Indimenticabile la visita della ministra Azzolina, mesi fa, la quale venne a scoprire che L’Aquila era ed è una città senza scuole.
Del resto, che si pretende da un paese che ha centinaia di miliardi bloccati per opere pubbliche non cantierate? Da un groviglio burocratico che per mettere firme sotto provvedimenti di assunzioni di medici spreca mesi e mesi in piena pandemia?
Meglio chiuderla qui, dire di più significherebbe affondare nella vergogna e basta. Commuove, invece, il sindaco quando annuncia altri otto cantieri per scuole entro l’anno, , dimenticando di dire quando i lavori inizieranno e quando finiranno.

PENSIERINO - Nel ristorante Il Caminetto di Pasquale Nuvolone c’era una vecchia gatta bianca, nera e gialla che veniva a trovarci, si lasciava accarezzare e poi spariva senza neppure accettare un bocconcino. Una silenziosa apparizione che aveva notato anche l’avv. Attilio Cecchini, spesso cliente del locale. Una sera guardò ancora la scena e la bestiola che se ne andava dopo le carezze. “Per amore – disse – solo per amore”. Lui sì che era un uomo speciale. Un muto saluto, a lui e, perchè no, all’amorosa vecchia gatta.

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