Grazie, don Attilio
L’Aquila – (di Goffredo Palmerini) – Ci eravamo abituati alla tua vitalità , caro Don Attilio. La tua età , 95 anni, era bugiarda rispetto alla giovinezza elegante della tua Persona, alla sapienza del tuo pensiero giuridico, alla ricchezza della tua Cultura, alla freschezza della tua ironia, all’amore per tua (nostra) Città , al valore del tuo impegno civile E all’eclettismo della tua vita intensa come emigrato in Venezuela, fondatore di un giornale baluardo nella difesa degli italiani e giornalista dalle stupefacenti risorse. Come alla feconda esemplarità della tua professione forense, riconosciuto principe del foro, ricca di generose battaglie giudiziarie. Queste cose a meraviglia le ha raccontate Angelo De Nicola nel suo libro “Don Attilio Cecchini”, diventato un cult, a testimonianza dell’affetto e dell’ammirazione che tutti gli Aquilani, e non solo, hanno avuto verso di Te.
Ho scelto queste foto tra le altre che avrei potuto trovare perché raccontano di un evento a Villa Sant’Angelo, nel quale fosti il protagonista, da un lato perché si parlò del tuo libro e della tua vita, con una presentazione e un reading in musica. Quella magnifica serata finì in una conviviale di solidarietà , per aiutare il martoriato popolo del Venezuela. In quella occasione avesti la sorpresa di trovare là , in quel Centro polivalente intitolato a Gaetano Bafile (con te e con Mons. Ernesto Scanagatta fondatore del giornale La Voce d’Italia), Mauro Bafile, oggi direttore di quel giornale di Caracas e figlio di Gaetano, che rincontrerai nell’immensità del Cielo insieme agli altri tuoi cari, in primis la tua amata moglie Livia.
Ti sono grato, caro Don Attilio, per l’amicizia e la confidenza che mi hai voluto regalare, per me un dono inestimabile e prezioso, dal 1994 quando fosti candidato Sindaco dell’Aquila ed io ero capolista del Partito Popolare, che sosteneva la tua candidatura. Andò come andò, sfiorando la possibilità del ballottaggio, anche se dopo hai sempre affermato che per te fu meglio così. Ti conobbi da vicino in quel mese di campagna elettorale, che facemmo ogni giorno insieme girando ogni angolo del territorio comunale. La passione e la lungimiranza del tuo pensiero politico, la visione del futuro della città lucida ed originale furono per me una scuola, pur venendo già da un’esperienza di tre mandati. Fu anche quella una straordinaria occasione che mise in luce la tua passione civile, il tuo grande amore per L’Aquila.
La tua dipartita ci rattrista, ma il tuo esempio ci illumina. Altri illustreranno le tue virtù civiche e professionali, certamente meglio di me. Questa mia piccola testimonianza, mossa dalla commozione, vuole essere un tributo sincero di stima, di ammirazione, di affetto e soprattutto di gratitudine per il cristallino esempio etico, professionale, civile e culturale che hai donato con la tua testimonianza di vita, in ogni aspetto della sua ricca dimensione. Resteranno esempio luminoso la tua signorilità e la tua gentilezza. Il patrimonio morale che lasci a ciascun Aquilano è un’eredità significativa e duratura, cui ciascuno potrà fare riferimento. Della tua generosità e dei segni di solidarietà ho trovato tracce rilevanti anche in Bolivia. Di questo grande patrimonio morale e affettivo, professionale e sociale, della straordinaria tua umanità , potrà andare sempre fiera ed orgogliosa la tua amata figlia Nataly, che ha conosciuto – lei più di tutti – la vastità e la profondità del tuo Amore per la famiglia e per il prossimo. Che la terra ti sia lieve.
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