Carcere, trovata droga – La dotazione di cani addestrati attesa da anni, lavori sospesi
Sulmona – La droga entra sicuramente nel carcere, ed è difficile controllare uno per uno accurtamente i detenuti che rientrano dai permessi. Occorrerebbero cani antidroga, ma nessuno si è mai preoccupato di doterne il penitenziario peligno. C’è un progetto con inizio dei lavori, risalente a molti anni fa, rimasto incompiuto. Sarebbe interessante scoprire per colpa e disinteresse di chi. Eppure, ci sono stati 11 decessi in poco tempo, con vari tentativi di suicidio e di autolesionismo. Un carcere tenebroso, tragico, ma misure definitive e serie non ne sono mai state adottate. Intanto, si indaga sull’ultimo morto, probabilmente per overdose. per saperlo si svolgera’ domani, a partire dalle 8 nella sala di anatomia patologica dell’ospedale, l’autopsia sul corpo di Domenico Cardarilli, 39 anni di Roma, internato trovato morto nella sua cella alle 22 di giovedi’ sera. Sara’ Ildo Polidoro a eseguire l’esame, consulente medico della Procura della Repubblica. L’ispezione straordinaria delle celle, disposta ieri dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria con l’ausilio di unita’ cinofile, ha portato al rinvenimento di alcuni quantitativi di stupefacente, inviati ai laboratoti per la definizione della percentuale di principio attivo. “Chiediamo che a Sulmona sia istituito il reparto di unita’ cinofila penitenziaria”, ha sottolineato il segretario Ugl, Andreano Picini, “progetto gia’ avviato negli anni ’90, con tanto di costruzione delle cucce e degli ambienti per lo sgambamento dei cani antidroga. Controllare 110 detenuti che in massa rientrano dai permessi e’ cosa davvero difficile a livello logistico, anche perche’ il metodo piu’ utilizzato per introdurre stupefacenti da parte dei detenuti e’ quello dell’ingestione di ovuli e la legge, come noto, ci impedisce di effettuare ecografie senza il consenso del detenuto stesso. Avere l’unita’ cinofila interna al carcere – conclude il sindacalista Ugl – ci permetterebbe di avviare operazioni di controllo routinarie, le quali certamente avrebbero effetto deterrente”. Il progetto per l’istituzione di questo reparto antidroga parti’ con la direttrice del super carcere di Sulmona, Armida Miserere, morta suicida nell’appartamento annesso alla struttura il 19 aprile 2003, dove si esplose un colpo di pistola alla testa. A vegliare sul corpo esanime fu trovato il suo cane.
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