“Caro sindaco, più rispetto”
L’Aquila – (di Vincenzo Vittorini e Massimo Cinque) Caro Sindaco,Caro Massimo, ad 1 anno da quella maledetta notte sentiamo il bisogno di scriverTi una lettera aperta dopo l’ennesima delusione per non dire indignazione. Ti scriviamo da colleghi e da amici,ormai delusi.
Bada bene, quello che riportiamo è al di sopra della polemica politica che impera in questo nostro anno maledetto; è al di sopra del gioco delle parti che va in onda da un anno a questa parte; è al di sopra dei colori politici.
In un dramma come questo non ci devono essere casacche,bandiere,divisioni,ma unità di intenti per cercare di uscirne.
Tu sei il nostro Primo Cittadino, la massima espressione de L’Aquila.
Noi,duramente colpiti negli affetti più cari,dopo aver perso tutto,sentiamo di farTi notare una serie di “problematiche” alle quali il Primo Cittadino avrebbe dovuto dare la massima attenzione.
Invece tutto ciò non è stato!! Perciò non ci sentiamo rappresentati né da Te né dall’intero schieramento politico.
Prima di tutto, l’Ordinanza sull’istituzione del Lutto Cittadino poteva e doveva essere meglio articolata. Non si può lasciare alla libera iniziativa la gestione di una giornata di lutto che rimarrà tale per sempre per tutti noi. I 308 martiri meritavano più rispetto. Ed allora L’Aquila si doveva fermare: per ricordare e per riflettere. Tutta la Città. Come si fa per la Ricorrenza del Santo Patrono e come si fa per la altre Ricorrenze. Purtroppo quello che è accaduto,e forse non doveva accadere,è Storia,nostro malgrado.
In secondo luogo,durante la Messa in Suffragio delle Vittime non uno sguardo,non un cenno,non una “pacca sulla spalla” verso i familiari né da Te né dal Capo della Protezione Civile,al contrario delle altre Autorità presenti!! Che orrore!! Forse le Vittime pesano sulle coscienze di molti,come i loro familiari.
Del resto,in terzo luogo,per i familiari delle Vittime fin dall’inizio nessuna particolare accortezza;non un aiuto,non un conforto,non una telefonata.
Dal Primo Cittadino ci si poteva e doveva attendere ben altro.
E cosa dire dell’ultima partecipazione alla trasmissione Porta a Porta:su tre ore di diretta solo minimi interventi,e titubanti.
Ripetiamo, ben altro un Sindaco ed anche un Governatore,si badi di opposti colori e quindi paradossalmente uniti nelle differenze,potevano e dovevano dare. Usare gli artigli,dimostrarsi leoni,veri condottieri di un popolo da risollevare da una tragedia infinita.
Ed invece niente di tutto ciò.
Come il silenzio più assordante sul mancato allarme. E’ una città,un’intera comunità ad essere stata fuorviata. Ed allora Tu,come nostro rappresentante,almeno una parola potevi dirla.
L’altra sera,sempre durante Porta a Porta,non una parola a favore della Tua Gente in diretta da L’Aquila,dalla nostra piazza;quasi desse fastidio a tutti la loro presenza in collegamento. Eppure un ragazzo aveva posto delle domande precise,con signorilità,senza urla,senza mancare di rispetto a nessuno.
Nessuna risposta lo stesso.
Che brutta figura in diretta per l’Italia tutta. E che brutta sensazione,da aquilani feriti che hanno perso tutto in 30 secondi ma non la dignità,per il nostro futuro. Nuvole nere,mancanza di idee.
Ebbene ora basta.
C’è bisogno di più rispetto e di un cambio di marcia,di velocità, per risollevare una comunità intera. C’è bisogno di combattere,di lottare,sempre con le buone maniere,con dignità,però di lottare. Altrimenti è la fine per tutti. Ed allora combatti,come Primo Cittadino.
Scusaci lo sfogo. Ma noi,dopo aver perso tutto,non vorremmo che la nostra Gente perda tutto come noi. Solo la Dignità è intatta:come quella dimostrata dalla nostra Gente durante la Fiaccolata delle 3.32 del 6 aprile 2010.
Non essendo noi Istituzioni,ma semplici cittadini,Ti abbiamo posto queste amare considerazioni tramite la Stampa affinchè Tu dia una risposta pubblica a tutti gli Aquilani,compresi tutti i nostri Angeli.
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