Bankitalia: ora si usano “metodi forti”

L’Aquila – “Non pubblicate le mie generalità, per un ovvio desiderio di riservatezza, ma pubblicate invece che ora la Banca d’Italia e non si chi altro, hanno scelto i metodi forti, e mostrano i muscoli con chi – in questo periodo – è particolarmente vulnerabile”. E’ la sintesi di quanto ci riferisce una famiglia che lunedì vedrà arrivare la polizia nel quartiere del Progetto CASE in cui ha avuto un alloggio, che viene costretta a restituire. E’ uno dei risvolti deprecabili della vicenda Banca d’Italia, via dei Marrucini, dove un’assurda decisione del comune consente – secondo la Banca – ad alcune famiglie di tornare negli appartamenti. Ma nel quartiere pochi vogliono tornare: la strada è circondata da edifici E, pericolanti o cadenti, e della reale agibilità dei palazzi della Banca nessuno ha documentazioni ineccepibili. E’ stata presentata una denuncia in Procura da 12 famiglie e sono in corso indagini. Ora tutti si tirano indietro e chi ha dato luce verde al rientro tenta di spiegare che sì, la via è stata tolta dalla zona rossa, ma solo per consentire ai mezzi di transitare per alcuni lavori di ristrutturazione. Una delle famiglie ha ricevuto intimazione di lasciare la casa antisismica assegnatagli, e ora siamo alle minacce e alla forza pubblica. Una situazione di tensione e di contrasti che davvero non fa bene nè agli interessati, nè a quella parte di città che vorrebbe rinascere: ma in tranquillità e non confinata in un quartiere circondato dfa macerie e case cadenti, mentre lo sciame sismico prosegue, attenuato, ma prosegue. Come sempre, serve che la Procura si pronunci, perchè nessuno ha saputo trovare una soluzione utile per la gente e per tutti. Se L’Aquila deve rinascere in questo modo, pensiamoci su.

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