RACCONTINO – Quando il Massimo tremò


(GC) – Al cinema, ovunque mi trovassi, andavo per passione e immancabilmente mi stravaccavo all’ultima fila di poltrone. Se non c’era posto, restavo in piedi ad aspettare che se ne liberasse uno.
Una sera degli anni Sessanta un amico mi convinse ad andare al Massimo a vedere qualcosa che piaceva a lui. Di malavoglia accettai di sedere nelle poltrone centrali, quindi lontano dalle uscite di sicurezza. La mia paura, infatti, era il terremoto: un incubo durato una vita.
Quella lontana sera ci stavamo godendo un film con tanto di sigaretta (allora si poteva) quando il grande cinema teatro aquilano tremò di brutto. Una scossa di terremoto improvvisa, netta, lunga.
In sala mormorio e subito paura, tutti in piedi verso l’uscita di sicurezza e l’altra normale. Non una calca, ma neppure una uscita tranquilla. Le luci si accesero. Io e il mio compagno avemmo un’idea intelligente: non buttiamoci nella calca, chi sa cosa succede se ne arriva un’altra. na decisione saggia. Quando tutti erano fuori usciammo anche noi. Dopo mezz’ora lo spettacolo riprese ma non tornammo in sala, al film chi ci pensava più?
Il Massimo era un bel cinema, moderno ma attento all’estetica, un po’ ridondante con ottoni e rame decorativo. ma niente male. Snocciolava ottimi film, era comodo e grande, ottima acustica.
Ma come tante cose aquilane, era sbagliato, da chiudere per motivi di sicurezza. C’era uno scalone che portava in galleria, e l’uscita di sicurezza era una stretta scalinatella laterale. In caso di fuga di massa, sarebbe stata una trappola dopo l’altra, sia da un lato che dall’altro.
Non accadde, fino al 2009. ma era le 3 e 32 e il cinema risposava nella sua ultima notte. Orde di ombre illustri erano in arrivo: attori, star, divi e donne fatali dell’eterna favola del cinema. Ora il Massimo, dicono, rinascerà. Ma avrà un altro volto. E chi sa quali terribili film degli anni che verranno.


11 Novembre 2020

Categoria : Rubrica
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