Dati sulla diffusione dell’epidemia Covi-19 in Abruzzo: la Regione ‘resiste’


L’Aquila – (F.C.). “I dati diffusi dai vari istituti competenti, tra tutti il Ministero della Salute e l’Iss, sulla diffusione e l’andamento dell’epidemia, mostrano come la Regione Abruzzo stia ‘resistendo’ meglio di molte altre Regioni”. Lo afferma il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, aggiungendo che “per raggiungere l’obiettivo di vincere questa terribile sfida che la pandemia ci ha messo di fronte, serve la collaborazione di tutti, a cominciare dai piccoli comportamenti quotidiani di prudenza e corretta profilassi”. “L’indice di diffusione del contagio (Rt), pari a 1,4 – spiega il presidente – è il terzo miglior risultato d’Italia, mentre la media nazionale viaggia a 1,7 e alcune Regioni sfondano abbondantemente la soglia di 2. Anche l’indice di occupazione dei posti letto di terapia intensiva ogni 100.000 abitanti, pari a 2,07, pone l’Abruzzo al di sopra di ben 15 Regioni: solo Molise, Puglia, Calabria, Trento e Basilicata mostrano un indice più basso. Nella “classifica” relativa al numero di tamponi effettuati sul totale della popolazione residente, la nostra Regione è al nono posto, al di sopra della media nazionale”. “Negli ultimi sette giorni, da venerdì 23 al 30 ottobre – aggiunge – l’incremento dei casi positivi totali in Italia è stato del 74%, mentre in Abruzzo del 64% (10 punti percentuali in meno), segno che la crescita è più contenuta. Sono tutti indicatori che mostrano una Regione capace di intercettare precocemente i contagiati, riducendo i casi gravi che necessitano di cure ad alta intensità e circoscrivendo i focolai attivi. Tuttavia, se i dati ‘relativi’ e il confronto con la media nazionale ci possono in alcuni casi persino inorgoglire, non è il caso di indugiarvi troppo sopra o, peggio, rilassarci. Perché i numeri ‘assoluti’ sono comunque alti e preoccupanti, soprattutto nelle zone più colpite, e se non si ridurranno nel brevissimo tempo arriveremo presto alla saturazione dei posti letto disponibili nei reparti di malattie infettive. Con la conseguenza – conclude Marsilio – di dover utilizzare altri reparti, interrompendo le cure di patologie non urgenti e differibili”. (fonte ANSA)


01 Novembre 2020

Categoria : Attualità
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