Rispunta l’insegnamento a distanza, patetica scoperta dell’acqua calda
L’Aquila – Se a settembre si fosse prestata un poco di attenzione ai dati e alle verosimili prospettive, all’insegnamento a distanza almeno per le classi delle superiori e nei centri più grandi, si sarebbe fatto ricorso da settimane o addirittura dal 24 settembre. Si sapeva, oltre tutto, che i banchi ordinati troppo tardi non sarebbero arrivati prima delle fine di ottobre. E infatti ancora non ci sono.
Si sarebbe provveduto a organizzare una vera sanitificazione, ricorrendo a ditte specializzate. Si sarebbe aggirato l’enorme problema dei trasporti, che sono attualmente davvero preoccupanti, o delle mense, o delle aule rimediate spesso in modo risibile togliendo palestre e l laboratori didattici. Si sarebbe evitata la fuga di molti docenti, mentre le assunzioni tardano in modo preoccupante ma prevedibile.
Il ricorso9 alla didattica on line sarebbe stato messo a punto e ben predisposto. Molte grandi scuole, infatti, non hanno sistemi idonei ad assorbire un gran numero di collegamenti.
Da mesi in molti reclamava o suggerivano la didattica on line, almeno per i primi mesi. Moltissimi pensavano che, per forza e come sempre con l’affanno, si sarebbe dovuto adottare il deprecato sistema on line. La politica come sempre cieca e zoppicante tra diverse pressioni e potenti frenatori non ha saputo uscirne con decisione e coraggio, che improvvisamente arrivano solo adesso.
Se serviva una prova di autentica stupidaggine, ora l’abbiamo. Il virus infuria e magari se la ride pure. E riappare, terribilmente patetica, la scoperta dell’acqua calda.
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