“Favola per un Silenzio d’aprile”


L’Aquila- Una delle caratteristiche principali dell’Arte Contemporanea è data dalla sua mancanza di confini a livello dei mezzi utilizzati e dell’interazione tra essi.
L’artista è ancora esecutore della propria opera ma sempre più spesso è soprattutto colui che la progetta per poi fornire le specifiche ad artigiani e professionisti che la realizzeranno. Esattamente come un architetto o un regista.
Viola Di Massimo appartiene alla categoria dell’artista factotum, ideatrice e realizzatrice della propria opera.
Questa volta l’artista ci propone una video performance in totale sintonia con il suo inconfondibile linguaggio fatto di suggestioni cromatiche e simbologie che trae ispirazione da fatti di cronaca:

“Il 6 Aprile 2009 la città dell’Aquila è stata distrutta e i comuni limitrofi sono stati spazzati via da un terribile terremoto. 308 vittime ed oltre 70.000 sfollati.”

I disastri causati dall’evento naturale sono stati peggiorati dall’incuria, dalla superficialità e dalla venalità degli uomini di tutto rispetto…
L’artista, in occasione del primo anniversario dall’accaduto ispirandosi a una nota canzone di Sergio Endrigo che ha accompagnato l’infanzia di molti bambini nel fantastico mondo colorato delle filastrocche, ci racconta di una casa.
La casa, bene prezioso di primaria necessità fisica e psicologica ci viene tolta, ci cade addosso togliendoci la vita, la nostra o quella dei nostri cari. E tutto in un momento è distrutto dal crollo che schiaccia e annienta il possibile futuro, come quello che sarebbe potuto essere in via XX Settembre nella casa degli studenti.
E così suoni e colori sono offuscati dalla polvere, il silenzio cade lì nel tenebroso disastro.
La scelta di interpretare la cronaca di ciò che è successo attraverso una filastrocca in un’ambientazione fatta di fiori giganti e caramelle, con l’artista stessa che diviene mamma e legge alla figlia la tragedia come se fosse favola, crea un tale stridore fra contenuto e forma da sottolinearne ulteriormente il dramma.
Viola Di Massimo non ci mostra la morte ma la vita cancellata, musicalmente non usa adagi che stimolano volontariamente la nostra tristezza, al contrario l’artista mette in scena un’operazione inversa spiazzando cosi il nostro stato emozionale, riempiendoci gli occhi di policroma allegria com’è la vita stessa o meglio come dovrebbe essere il mondo agli occhi di un bambino.
Come in ogni favola che si rispetti si racconta lo scontro tra il bene e il male ma in questa piccola storia, far vincere l’uno o l’altro, dipende solo da Noi.
Dedicato a tutte le vittime e a tutti i carnefici.


08 Aprile 2010

Categoria : Cultura
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