SCUOLA – Covid, il Cts dice sì su entrate e uscite scaglionate ma frena sulla didattica da casa
Il sindacato Anief: “Ingressi scaglionati nelle scuole e università ma per ora niente didattica a distanza: sono le indicazioni sulla scuola arrivate dal Comitato tecnico scientifico e che il Governo ha deciso di accogliere nel Dpcm contenente nuove misure restrittive per l’emergenza coronavirus. Il Cts si è soffermato sulla “esigenza di elevare al massimo l’attenzione sul rigoroso rispetto delle misure di prevenzione e confida sulla corretta attuazione delle seguenti valutazioni: nelle attuali condizioni epidemiologiche il CTS suggerisce di considerare l’adozione di orari scaglionati per l’ingresso in presenza degli studenti universitari e delle scuole di secondo grado”.
Anief ritiene condivisibili i pareri espressi dal Comitato tecnico scientifico. A partire dalla necessità, confermata oggi dalla stessa ministra dell’Istruzione, di lasciare le scuole aperte. Senza quindi ricorrere, a meno che non sia strettamente indispensabile, alla didattica a distanza. “L’emergenza Covid – sostiene il presidente Anief Marcello Pacifico – ci impone di conciliare il diritto allo studio, ma anche di attivare tutte le strategie per preservare la salute di studenti e lavoratori. Avevamo sottoscritto a inizio agosto un protocollo, con previsione per il quale sono state anche previste delle risorse, che è bene vengano ora assegnate e spese il prima possibile”.
COSA DICE IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO
Orari scaglionati per entrare e uscire delle scuole. L’indicazione del Comitato tecnico scientifico era inevitabile, dal momento in cui ben poco era stato fatto sul fronte dei trasporti. “Un’importante criticità – sostiene il Cts – è rappresentata dal trasporto pubblico locale che non sembra essersi adeguato alle rinnovate esigenze, nonostante il CTS abbia evidenziato fin dallo scorso mese di aprile la necessità di riorganizzazione, incentivando una diversa mobilità con il coinvolgimento attivo delle istituzioni locali e dei mobility manager”.
Dopo avere rimarcato “l’attuale incertezza relativa agli aspetti epidemiologici correlata alla circolazione e alla trasmissione del virus, pur nella consapevolezza che, attualmente, i focolai sono principalmente all’interno delle famiglie”, il Cts ritiene che si debba procedere anche alla “limitazione temporanea” della “fruizione di eventi a grande aggregazione di pubblico (es. congressi, fiere, ecc.) ed altri assembramenti di persone spontanei o comunque organizzati”. Invece uno spazio maggiore, sempre per il Cts, dovrà essere riservato allo smart working “sia nell’ambito del settore pubblico che in quello privato”.
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