Saperne di più – D’Averio, un maestro


Quando fra poco tempo i baroni della cultura e i padrini pontificanti della divulgazione a senso unico dimenticheranno D’Averio, retorica e chiacchiere teleguidate torneranno a farla da padrone. Lui, occhiarini tondi e papillon su vestiti quanto meno originali e spiritosi , sarà lontano chi sa dove a passeggiare tra cose belle, arte, cieli medievali, torri, dipinti, colonnati, pezzi di bellezza pura. Quella che amava e sapeva descrivere come nessuno.
D’Averio è stato un maestro non solo nella dedizione all’arte (premiata con una Legion d’onore in Francia) , ma nella comunicazione. Un’arte difficile che riesce indigesta non solo a tanti suoi spocchiosi colleghi, ma anche a professoroni, critici, parrucconi comodi sulle l loro
giornalisti, professori, baroni e baroncini della parola fluviale in tv per annoiare il mondo. D’Averio raccontava la cultura, donava il sapere, era spiritoso, leggero, saltellante eppure sapiente come pochi altri. Sapeva parlare alla gente, perchè era lui a sapere davvero ciò che diceva agli altri. Pur senza una laurea, un segno accademico, una medaglietta sul petto.
Un uomo speciale, un cervello tornato speriamo tra i cervelli che da lassù guardano e ridono. Spesso, speriamo, irridono anche questo mondo tanto fesso e confuso. Difficile che spunti un altro Philippe. Era un uomo libero, ha detto Sgarbi. Un complimento di platino.


03 Settembre 2020

Categoria : Rubrica
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