Gabrielli: istituzioni dileggiate e vilipese – Alemanno: “Erano pochi a urlare”


L’Aquila – Questa mattina, nel corso della deposizione di una corona di alloro sotto la lapide che dedica alle vittime del 6 aprile il piazzale della Scuola Guardia di Finanza a Coppito, presente Bertolaso, il prefetto Franco Gabrielli ha dichiarato in un’intervista che ieri sera in piazza Duomo “le istituzioni sono state dileggiate e vilipese” da un gruppo di esagitati. Si riferisce, il prefetto, alle urla, agli insulti e alle proteste di parte della folla durante il consiglio comunale. Chi protestava ha fischiato tutti, meno il presidente Napolitano (in parte) e i vigili del fuoco, e contestato le autorità e chi aveva inviato messaggi. Per il prefetto, gli aquilani veri sono invece quelli che a migliaia hanno partecipato alla fiaccolata e alle altre manifestazioni, in dignitoso e composto silenzio: migliaia e migliaia di persone, contrapposte a pochi che hanno invece manifestato la loro rabbia e protesta gruidando e insultando. Il prefetto ritiene che chi non ha rispetto delle istituzioni, non ha neppure un vero futuro. Una presa di posizione da rigoroso difensore della legalità, quale Gabrielli è sicuramente, e delle istituzioni, che rappresenta come autorità di governo. (Nella foto Franco Gabrielli)

ALEMANNO – ” Penso che valgano molto di piu’ 10mila persone silenziose e determinate rispetto a pochi che manifestavano la propria rabbia gridando e trascinando altre persone che non erano aquilane”. Cosi’ il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, stamani a margine di una conferenza in Campidoglio, ha commentato le contestazioni a L’Aquila durante la nottata in ricordo del terremoto, alla quale anche il primo cittadino della capitale ha partecipato. “La mia impressione – ha precisato Alemanno – e’ che i contestatori fossero pochissimi ma si facessero sentire perche’ strillavano molto: da un lato c’erano 10mila cittadini silenziosi, raccolti, attenti a commemorare chi e’ morto e a fare una promessa per il rilancio della citta’; dall’altro c’erano 40,50, forse 100 persone che urlavano come matte”. Il sindaco ha raccontato di aver visto “una grande partecipazione popolare, silenziosa, senza simboli, con la voglia di essere presenti. Credo ci sia la premessa umana e comunitaria per la rinascita de L’Aquila, adesso sta alle istituzioni mettere insieme i progetti di sviluppo economico e sociale”.


06 Aprile 2010

Categoria : Cronaca
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