Il giorno si avvicina, cosa sarà della scuola?
Ogni giorno, ormai, il bollettino dei contagi e di guerra. Se si riscontra qualche diminuzione, si deve al semplice fatto che i tamponi eseguiti sono stati molti, molti di meno. In questo nostro paese dal ween end intoccabile, infatti, il sabato e la domenica si effettuano molti tamponi i di meno del solito. Quini emergono meno contagi e i numeri forniti ogni sera – quasi reticenti, talora – danno convinzioni sbagliate. Quanto meno mal comunicate . Chi sa se a causa di incapacità oppure ordini dall’alto.
La situazione comunque, non pare incoraggiante. Cosa sarà della scuola? Il 14 settembre si approssima.
Limitandoci al problema maggiore, quello dell’Aquila che da 11 anni non ha scuole, o quasi, non si conosce il numero delle aule necessarie per la sicurezza tanto sbandierata, niente quindi sul numero dei banchi e delle mascherine, meno di niente sulle sanificazioni degli ambienti, sul personale, sugli uffici, sul personale addetto alla sicurezza, sugli assembramenti presso le scuole, sui trasporti, su eventuali turni, sulla presenza di medici e psicologi nelle scuole. Qualcuno si è chiesto se i docenti saranno disponibili in assenza delle massime garanzie sulla sicurezza?
Le notizie sui tavoli di lavoro spesso sono solo elenchi di partecipanti, anche loro sicuramente in difficoltà .
E’ ben strano, anzi privo di logica elementare che non si pensi a lezioni da remoto almeno nelle scuole più grandi e per i ragazzi più grandi. Questa assenza di spirito pratico, mentre i contagi salono, fa lievitare la preoccupazione che si stia agendo caparbiamente per arrivare dove, al momento, proprio non sembra possibile arrivare. Quel ” tutti a scuola” comincia ad apparire una spacconata destinata a frantumarsi tra disordine e sbandamento.
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