Raccontino – Il freddo di Roccaraso

(GC) – L’allora presidente del consiglio Spadolini, diceva il messaggio, sarebbe arrivato a Roccaraso perr onorare il sacrario di Pietransieri. Per l’Agenzia Italia dovevo ovviamente seguirlo. Era inverno e faceva molto freddo. Spadolini mattiniero sarebbe arrivato a Roccraso verso le 9. Significava alzataccia e viaggio tra neve e ghiaccio fino alla frigida perla dell’Appennino. Una sciocchezza per chi trascorreva mezza vita al volante di un’auto.
Alzataccia fu e viaggio rischioso pure, ma prima delle 7 ero a Roccaraso, dove il freddo rifileva almeno 8 gradi sotto zero. Tutto chiuso, quasi notte ancora, nemmeno una lucina di un bar a fare i primi caffè del giorno. Pazienza. Uscito dal caldo dell’auto, però, capii che la giornata sarebbe stata difficile. Mi agguantò un irriducibile mal pancia dovuto al freddo penetrante e aguzzo. Un probllema serio per un povero disgraziato solo in una piazza gelata. Veloce mi misi a pensare a cosa potevo inventarmi. Mi apparve un segnale che indicava la stazione, dove corsi come un leprotto. . Irruppi nella stazione deserto e semicongelata cercando i cessi, come gentilmente si scriveva sulle porte. Il cesso per uomini non aveva porte, ma a me importava davvero poco. Risolsi il mio problema. Ci rimisi una pagina di giornale comperato all’alba . Ma ero felice.
A Pietransieri ancora più freddo, Spadolini puntualissimo, servizio ok ma riecco il mal di pancia, più incessante di prima. Mi ero quasi perso d’animo quand’ecco che da una porticina vidì dpuntare la faccia di un insegnante che conoscevo bene, aquilano. Non sapevo che avesse casa lassù ma fu la mia salvezza.
Ero giovane e non temevo il freddo, ma confesso che ad una pancera da indossare in certi viaggi, ci pensai e come. Questo il raccontino sul freddo di Roccaraso.