Torna la mensa Celestino per i poveri, che nel frattempo sono triplicati: è a Piazza d’Armi
L’Aquila – Torna la mensa dei poveri, la cui nuova sede, edificata grazie ai lettori de Il Centro e alla Protezione civile, è stata inaugurata questa mattina in Piazza d’Armi, accanto alla nuova chiesa di S.Bernardino: di legno, sicura, con uno stilizzato campanile dalle forme geometriche. Padre Quirino Salomone ha celebrato la prima messa. La mensa di Celestino, tradizionale a L’Aquila, sorgeva in centro, presso la Villa comunale, e accoglieva senza porre domande migliaia di persone ogni giorno per un pasto caldo. Oggi, dicono gli organizzatori, i poveri a L’Aquila sono almeno triplicati rispetto a prima del terremoto. Migliaia di persone che non hanno più attività commerciale o artigianale, stranieri, extracomunitari, badanti “che non hanno più nessuno a cui badare”. Una silenziosa e anonima fetta demografica che con il terremoto è aumentata a dismisura. La mensa dà loro una mano, nello spirito cristiano, e in cambio non riceve molto dalle istituzioni. E’ la gente a sovvenzionarla, a tenerla in piedi con offerte e donazioni. Che oggi dovranno essere più abbondanti e sostanziose. La sede della mensa sorge in un angolo di Piazza d’Armi e vi furono polemiche quando si aprì il cantiere. Qualcuno in Comune, anzicè dare una mano, sfoderava carte e timbri, regolamenti e puntigli per ostacolare. La Protezione civile disse: “La mensa si farà , punto e basta”. Parola di Bertolaso. Così è stato. Magari si arrivasse a soluzioni tanto rapide ed efficaci anche per altre cose da ricostruire o costruire: il ponte di Onna, per esempio, che aspetta da anni. La variante di Pile, e la stessa ricostruzione leggera, che va a rilento. Per non dire della spinosa, e penosa, storia delle macerie: 11 mesi per non toccare una pietra, qualche carriola per mettere in moto in pochi giorni la rimozione almeno in centro. (Nella foto Col: I Lavori per la mensa meno di un mese fa)
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