Scuole e sicurezza, facciamo delle ipotesi


L’Aquila – L’Italia sarebbe un ottimo spunto per fisici quantistici impegnati nel probabilismo e della indeterminazione. Infatti, tutto è solo probabile e indeterminato a poche settimane dalla caparbia riapertura delle scuole in presenza. L’ultima incertezza viene dai produttori di banchi: come possiamo, dicono, produrne milioni in così poco tempo? Roma e la Azzolina non rispondono.
Proviamo a fare delle ipotesi basate su dati reali.
Prendiamo un edificio scolastico qualsiasi con circa 1.000 studenti, oltre a docenti e impiegati.
Alcuni presidi pensano poter usare le aule per tre turni giornalieri. In ogni aula una quindicina di persone. Prima delle lezioni, sanificazione, da ripetere alla fine di ogni turno anche negli impianti igienici e negli spazi tra le aule, oltre che negli uffici. Chi eseguirà un lavoro tanto importante e tanto faticoso? Non degli sprovveduti, di certo, ma degli specialisti.
Chi affronterà la spesa? Chi sopporterà la spesa? In altre parole, chi gestierà operazioni tanto delicate e tali da garantire la sicurezza davvero, non s in maniera frettolosa, arruffata, approssimativa?
Mascherine. Ne occorreranno in una scuola come quella ipotizzata pi+ di mille al giorno. Da dove arriveranno e chi penserà a fornirle alle persone?
Tre turni, infine, significano trasporti molto più complicati e sicuramente da potenziare. Chi può dire di esserlo o di essere vicino ad una soluzione?
Le nostre solo solo domande e ipotesi. Magari qualche risposta si doverebbe cominciare a fornire. Luglio è finito.


26 Luglio 2020

Categoria : Attualità
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