Bomba scuola, se la Azzolina somiglia a Bush…
L’Aquila – Anni fa, in visita a Roma, il presidente USA bush disse ad un suo collaboratore : “Certo che Roma è una città antica…”. Vero o falso che sia, più o meno in modo analogo si è comportata la ministra Azzolina in visita a L’Aquila: ha scoperto che ci sono 11 anni di ritardo nelle ricostruzione delle scuole.
E’ la grottesca situazione in cui ci troviamo a due mesi dal 14 settembre, giorno del ritorno in classe. Mentre i contagi da virus risalgono. Ma caparbiamente si continua a insistere sul ritorno in aula e lezioni in presenza.
Allora sorgono delle domande, almeno nelle teste che pensano.
Prima di tutto, come si raddoppiano le aule in una città che non ha scuole come L’Aquila e quelle poche che ha sono stracolme? Arduo compito per comune, provincia (che tace come se non esistesse e forse davvero non esiste), e presidi?
Sono stimate necessarie 10 milioni di mascherine al giorno costo 5 milioni al giorno. Soldi che sarebbero sufficienti a organizzare subito e bene la docenza a distanza almeno per le classi superiori, Specie in un posto difficile come L’Aquila, 60 frazioni e decine di comuni minori. Problema rilevantissimo, infatti, per i trasporti degli studenti e di molti insegnanti.
Inoltre, forse la Azzolina e i suoi sodali non sanno cosa significa imporre mascherine agli studenti di una classwe di ragazzi grandi… O in assemblee, riunioni, feste, manifestazioni incontri presso le scuole. Immaginate una festa dei cento giorni in mascherina? Provateci.
In caso doppi turni, aule e ambienti scolastici dovranno essere sanificati metro per metro. Chi lo farà e chi acquisterà i costosi materiali da disinfezione?
Bomba scuola, quindi,e inevitabile esplosione fra due mesi. La didattica a distanza azzera tutti i problemi e risponde a tutte le domande. Forse perchè troppo ovvia, viene – per ora – scartata dai soliti tromboni. Chi sa in nome di quali oscuri interessi non manifestati.
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