L’opinione: Amara pillola


(di Carlo Di Stanislao) – Con l’invito del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, a rispettare la legge 194, cui si sono aggiunte le parole del ministro Stefania Prestigiacomo, la crociata leghista fa già marcia indietro, segno evidente che il partito dell’Italia Padana, vorrebbe occupare il posto che fu della DC, ma, come scrive oggi sul Corriere Granellini, non ne ha ancora assunto la prudenza astrusa del linguaggio. Ed ecco, allora, i leghisti neogorvernatori Cota e Zaia, fare rapidamente rettifiche e precisazioni; tanto l’effetto “ettorato” l’avevano già prodotto nei giorni scorsi e della coerenza la Lega se nè sempre infischiata (si pensi solo all’altalenare delle posizioni di Bossi su Berlusconi, dal ’94 ad oggi). E poi, Roberto Cota e Luca Zaia, due non brutti giovanotti in cravatta verde, sono stati eletti a furor di popolo anche da frotte di ammiratrici che ne adorano il celodurismo ed ora vogliono conquistare e da subito, i tradizionalisti devoti della messa in latino e del “peccato femminile”. Il vero problema non è questo, ma la faccia che il partito del federalismo mostra al suo primo apparire, dimostrando a chiare lettere di non comprendere la differenza fra un’Italia unita, anche se federale ed un Paese corroso da istanze scissioniste, con leggi non rispettate e giudizi variabili, regione per regione. Siamo con Polito che su il Riformista rileva un fatto importante: se la Lega, che si appresta al sorpasso a destra rispetto al Pdl, è quella che emerge da queste posizioni, il futuro del nostro Paese si preannuncia molto scuro ed amaro. E non bastano le rassicuranti dichiarazioni di Formigoni e della Polverini, perché è ormai chiaro che a destra la lega tiene tutti sotto scacco. E’ vero che le uscite dei due “bei leghisti” è anche il prezzo pagato alla Chiesa e ai cattolici per l’aiuto avuto in campagna elettorale, è anche vero che non tutti i cattolici siano allineati contro l’utilizzo dell’RU486; ma la cosa peggiore è vedere come si possa, il giorno dopo essere il governatore di una regione, credersi dotato di poteri speciali, capaci di renderci superiori alle leggi emesse dallo Stato. Inoltre, un’ultima osservazione. Con le loro dichiarazioni Cota e Zaia fanno sorgere in me ed in altri, un legittimo sospetto. La base cattolica leghista è fatta soprattutto di professanti fanatici e tradizionalisti, non diversi, in fondo, da quei mussulmani che vogliono il burqa e reputano la donna solo una porta verso la perdizione. Sarà bene che Tosi, sindaco Leghista neoeletto a Padova, rammenti ai due “compagni di partito”, che un amministratore deve comunque fare i conti con le leggi e che il giudizio morale è sempre singolo ed insindacabile. Spero che la più parte dei cattolici (donne e uomini) la pensi come Antonio De Poli dell’Udc, che ieri al Corriere ha dichiarato:”La tutela della vita non passa per le barricate di cartongesso fatte da Cota e Zaia. Se davvero vogliono lavorare su questo fronte il governatore Zaia e i suoi propongano una seria revisione della legge nazionale sull’aborto. E ripartano dai Centri di Aiuto alla Vita e dai consultori familiari, garantendo continuità al loro lavoro”. Per ora, nell’Italia ancora unita, un atto amministrativo non può mettersi all’interno del rapporto di fiducia medico-paziente, come ha dichiarato anche la Fnomceo. Tentar di bloccare un farmaco importante per il progresso scientifico e fondamentale per la tutela della donna, in un momento difficile ed anzi tragico, come quello dell’aborto, non può non farci chiedere dove altro ci porterà la logica oscurantista, bigotta e crudele di questa maggioranza, che pure, ancora, ha avuto il supporto di oltre 40 milioni di italiani. Da medico e da uomo, non ho dubbi circa il fatto che le dichiarazioni di Cota, Zaia (a cui si è unito l’immacabile Gasparri), non sono basate su teorie scientifiche, ma che si tratta semplicemente del “cavallo di ritorno” di politici clericali che si comportano come chierichetti, nel tentativo di acquisire nuove simpatie nella chiesa conservatrice. Ma spero che, alla fine, “non prebalebunt” rispetto alla luce dell’intelletto, del progresso e della democrazia


03 Aprile 2010

Categoria : Cultura
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