Sindone, ostensione a 3D


(di Carlo Di Stanislao) – È uno dei momenti più toccanti e profondi per un credente, ma, anche per chi non crede, la visione diretta di un simbolo che è da secoli oggetto di dibattiti e contenziosi. Da sabato prossimo, 10 aprile, al l 23 Maggio, il sudario di Cristo, noto come “Sacra Sindone” sarà nuovamente visibile ai pellegrini, che per l’occasione arriveranno a Torino da ogni parte del mondo. Per il grande evento si sono prenotati più di un milione di pellegrini ma se ne attendono il doppio e la massima allerta, per i responsabili della sicurezza, è prevista per la domenica del 2 maggio, il giorno in cui sarà presente all’ostensione, il Papa Benedetto XVI. Per l’occasione il Poligrafico dello Stato, il 22 marzo, ha emesso un nuovo francobollo, intitolato “La sepoltura del Cristo e tre angeli che reggono il sudario”, iniziativa che si deve al Ministro Scajola. Definita da Giovanni Paolo II “misteriosa per la scienza, sfida per l’intelligenza” la Sindone è un lenzuolo di lino, a Torino dal 1578, in cui, secondo la tradizione, è stato avvolto il corpo di Cristo dopo la deposizione dalla croce. Lungo m. 4,36 e largo m. 1,10, su di esso si vedono , oltre alle due linee scure e ai triangoli bianchi, segni di bruciature (un incendio nel 1532), le impronte di un’immagine – frontale e dorsale – di un uomo morto per crocifissione. Dal 1983 la Sindone è proprietà della Santa Sede, lasciata in eredità da Umberto II di Savoia al Papa. Negli ultimi quattro secoli la Sindone è stata più volte esposta; l’ostensione pubblica più recente risale al 1978, per i 400 anni del trasferimento a Torino. Il dibattito sulla sua autenticità è annoso ed ancora aperto. Lo scorso anno è circolata la tesi secondo cui, a cavallo del Cinquecento, su commissione di Bayazet II, un sultano ottomano, Leonardo da Vinci creò la Sacra Sindone, ipotesi risalente al 1998 e presentata nel libro La passione secondo Leonardo, di Vittoria Haziel. E’ dal 1988, dalla famosa datazione al radiocarbonio, che l’interesse per la Sindone ha ricevuto un duro colpo. Quella datazione sembrava dimostrare in modo “scientifico” che la Sindone era un falso medievale. Tutta la stampa mondiale aveva pubblicato la notizia con grande risalto, come se la sentenza di condanna fosse stata pronunciata una volta per tutte. Così, da allora, un’intera generazione di giovani, purtroppo, è cresciuta senza sapere niente, o quasi niente, sulla Sindone, che è stata relegata nel dimenticatoio, come uno dei tanti falsi creati dal “buon cuore” popolare. Ma da allora sono passati vent’anni e gli studi sono proseguiti, le tecniche si sono raffinate, le documentazioni a favore dell’autenticità storica si sono moltiplicate. La televisione nazionale inglese (BBC) ha trasmesso il 22 marzo di quest’anno un documentario in cui il direttore del Laboratorio del Radiocarbonio di Oxford ammette che quella operazione deve essere messa in discussione. Anche in Italia è stato trasmesso a Porta a Porta, questo documentario a cura di B. Vespa, il 24 marzo. Oggi dunque si aprono nuove prospettive. Si sono moltiplicate anche le pubblicazioni scientifiche sull’argomento. ‘origine dell’immagine è veramente misteriosa. Non è certamente un dipinto, perché non ci sono tracce di pigmenti, né organici, né inorganici. Inoltre l’immagine è stata prodotta dal contatto con un corpo tridimensionale, perché i punti dell’immagine hanno una diversa intensità luminosa in rapporto alla pressione esercitata dal lenzuolo sul corpo. Ci sono tracce di sangue umano, del gruppo AB, molto raro, allora, in Europa, ma molto diffuso in Palestina. Queste tracce di sangue umano confermano tutte le ferite raccontate nei Vangeli. Anche la botanica ha dato il suo contributo, individuando sulla Sindone più di cinquanta pollini, la maggioranza dei quali proviene da piante palestinesi. E’ stata addirittura individuata la traccia di una o forse due monete romane dell’epoca di Ponzio Pilato, in prossimità delle palpebre, a conferma dell’uso antico di chiudere gli occhi del defunto con monete. Ma la scoperta più interessante è che il processo di coagulo e di scioglimento della fibrina del sangue sindonico risulta interrotto dopo un periodo di 36 – 40 ore di contatto del corpo con il lenzuolo. Proprio il periodo di permanenza del corpo di Gesù nel sepolcro, secondo i racconti evangelici. In occasione di questa ostensione 2010, poi, si è innestata anche una piccola polemica fra un furbo scienziato meneghino e il Comitato Organizzatore. I monaci salesiani di Torino stanno di già vendendo degli speciali occhiali 3D a tutti i turisti che vorranno visitare la Sindone. Gli occhiali, disegnati dall’esperto del Politecnico di Bruno Fabbiani, promettono di rivelare dettagli inediti sul telo che, secondo i credenti, dovrebbe aver avvolto il corpo di Cristo prima della sua resurrezione. Due le versioni disponibili per entrare nel cuore del mistero: il modello “HI-Rex-1” per chi ha la vista buona, e quello “HI-Rex-1L” per i miopi. Il filtro ciano che esalta il sangue sul telo sindonico, e il filtro blu che, dopo alcuni secondi di adattamento, permette di recuperare le parti del corpo della Sindone non visibili a occhio nudo. L’idea non è piaciuta affatto al Comitato per l’ostensione, secondo cui gli occhialini non sarebbero utili, denunciando una mera speculazione economica. I Salesiani, invece, difendono la loro scelta sul loro periodico “Il mondo della Bibbia”. Questo Dio “in HD” esiste: per vederlo bastano 2€ (3 per i miopi).


03 Aprile 2010

Categoria : Storia & Cultura
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