Scuola, Coldiretti: “Lezioni in fattoria”
La campagna può salvare il lavoro di mamme e papà accogliendo i bambini in sicurezza con attività educative a contatto con la natura nei grandi spazi all’aria aperta. E’ quanto propone Coldiretti Abruzzo che, in occasione dell’inizio della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus con il ritorno di migliaia di abruzzesi al lavoro con i figli a casa per la chiusura della scuole, evidenzia l’importanza delle fattorie didattiche per fare accoglienza e formazione alle nuove generazioni puntando sull’educazione ambientale attraverso la conoscenza della campagna con i suoi ritmi, l’alternanza delle stagioni e la possibilità di produrre in modo sostenibile.
Si tratta di una pedagogia attiva dell’”imparare facendo” attraverso attività pratiche ed esperienze dirette (seminare, raccogliere, trasformare, manipolare) a contatto con la natura attraverso l’incontro con animali e piante nelle stalle, negli orti e in cucina. L’obiettivo – precisa la Coldiretti – è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con il cibo che si porta in tavola ogni giorno. Una possibilità che, secondo Coldiretti Abruzzo, andrebbe potenziata in regione con lo snellimento delle procedure burocratiche che attualmente ostacolano la certificazione da parte di molte aziende agricole e agrituristiche che, di fatto, sono pronte e strutturate ad iniziare l’attività.
“In questo momento storico è importante che la Regione faciliti l’attività di fattoria didattica, attualmente imbrigliata in una serie di macchinose procedure burocratiche – dice Coldiretti – ci sono decine di aziende agricole pronte ad accogliere piccoli gruppi tenendo conto delle norme di sicurezza, distanza e igiene previste per la Fase 2 dopo la chiusura forzata delle scuole. Imparare in fattoria vuol dire toccare con mano quello che sono le varie realtà produttive e quindi l’origine dei prodotti alimentari. Così, se si visiterà un’apicoltura, non si guarderà l’alveare dal di fuori ma, con le adeguate protezioni, si potrà – evidenzia la Coldiretti – aprire e dare un’occhiata da vicino alla frenetica vita delle api che non si sono fermate con il lockdown partecipando magari alle varie fasi di estrazioni del miele dal favo. Oppure, con l’aiuto dell’agricoltore, si potrà coltivare un piccolo orto e vedere lo sviluppo di ortaggi e verdure tipiche della nostra alimentazione, scoprendo magari che le patate sono dei tuberi e che crescono sottoterra. I più volenterosi potranno dare una mano nella pulizia della stalla o nell’accudire animali di piccola taglia come galline o conigli. E non mancano neppure – specifica la Coldiretti – i servizi di agrinido con alcune decine di realtà da nord a sud della Penisola.
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