Quaranta compagnie teatrali, appello ignorato dalle istituzioni


infondata? Proprio no: stiamo parlando dell’ultimo settore che potrà ripartire (di sicuro non prima di dicembre).

Ma, in uno scenario così buio, l’assessorato regionale per i beni e le attività culturali e di spettacolo ignora la richiesta di udienza regolarmente inoltrata da più di due mesi da decine di compagnie teatrali (fra i cui promotori, la nostra associazione TETRABILE). Oggi, tali compagnie riunite nel Coordinamento delle Compagnie di teatro indipendente extra-Fus, tornano a chiedere un incontro, con una lettera datata 30 aprile 2020: chissà come andrà a finire.

Ma quale sarà il motivo di questo ritardo dell’assessore Mauro Febbo? Che la faccenda riguardi pochi lavoratori? …ed in questo momento bisogna pensare prima ai molti? Di nuovo, proprio no: le strutture di cui parliamo comprendono, in Abruzzo, circa 160 lavoratori che hanno a che fare con un bacino sociale di almeno 20000,00 utenti, fra cui, solo in piccola parte, semplici spettatori in cerca di svago; anche chi non frequenta i teatri, chi accede a qualsiasi servizio nei disparati campi dell’intervento sociale, pedagogico, formativo, educativo, assistenziale, della prevenzione del disagio, ha notato il corposo lavoro degli operatori artistici fra scuole, centri diurni, Se.R.T, … e ha riconosciuto le stesse persone che animano i palchi e le stagioni di prosa più importanti ed affollate.

Ma, si dirà, non tutti pensano che l’arte vada sostenuta ( come in altre nazioni), così come la formica della fiaba non pensa che la cicala debba essere foraggiata… che, fuor di metafora, vuol dire che, per alcuni, i lavoratori di questo (durissimo) settore non vadano sostenuti, al pari degli altri, per la loro ardita scelta di vita… ma nemmeno questa spiegazione regge: sarebbe paradossale che, proprio il finanziato assessorato alla cultura sia occupato da chi pensa male del suo stesso settore, a tal punto di non voler nemmeno riceverne gli operatori… altrimenti dovremmo raccontare un’altra favola: quella del regressivo, decadente, recessivo, amato Abruzzo, che, disprezzando se stesso, si consuma sperperando risorse inutilmente.

Ai più attenti non sfugge che la presenza degli artisti sia un po’ come quella delle api per la natura, cioè indicatore di benessere psicologico, sociale, culturale ed economico di un popolo.


03 Maggio 2020

Categoria : Cultura
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