Amministratori su riapertura cantieri


L’Aquila – Riceviamo da alcuni amministratori: “Far ripartire l’economia nella fase 2 è una necessità innegabile che deve però essere soddisfatta senza vanificare i sacrifici finora imposti alla collettività.

L’ordinanza n.71 che disciplina la riapertura dei cantieri in città, non garantisce affatto la tutela della salute pubblica e addirittura danneggia le aziende operanti nella ricostruzione.

Il provvedimento non prevede strumenti adeguati a contenere il contagio: slittare lo screening delle maestranze fino a quattordici giorni dopo la riapertura dei cantieri è una misura inutile se non addirittura dannosa.

Per fare tamponi e test sierologici a tappeto c’è in primo luogo bisogno di laboratori da subito operativi; non possono essere sufficienti quelli della Asl aquilana perchè, anche se potenziati e a pieno regime, potranno processare al massimo 40 test al giorno. Aggiungiamo poi che sulla testa delle imprese ricadrebbe la spada di Damocle di un eventuale positivo tra le maestranze fatto a cui seguirebbero da una parte il concreto rischio di quarantena per l’intero cantiere e dall’altra la probabilissima apertura di pratiche per infortunio sul lavoro per contagio causato dallo svolgimento delle mansioni. L’effetto di un vero colpo di grazia per quei coscienziosi imprenditori che avrebbero fatto sacrifici per riaprire. La verità è che questa ordinanza è stata emessa da Biondi solo su pressione dell’inane Marsilio; purtroppo però chi l’ha redatta e firmata è lo stesso Biondi che dall’inizio di questa storia non è stato all’altezza del ruolo affidatogli, che non ha avuto coraggio di sospendere i cantieri a marzo in piena crisi pandemica, che non è stato in grado di emettere un bando di assistenza alimentare senza farselo contestare da Tar e Prefettura, che non condivide le scelte neanche con la sua maggioranza per poi non reggerne le conseguenze politiche.

Il Consiglio Comunale, a larghissima maggioranza, ha inteso commissariarlo richiedendo a Marsilio una proroga dei termini di riapertura cantieri per effettuare i test alle maestranze; questo in virtù del fatto che i Dpcm consentono alle singole regioni di assumere provvedimenti più restrittivi qualora le specificità dei territori lo richiedano. Speriamo vivamente che il governatore non si sottragga alla volontà del Consiglio. Noi crediamo che ci sarebbe stato bisogno di un piano complessivo che prendesse in considerazione la mobilità dei lavoratori, i servizi collettivi e tutte le misure atte a fronteggiare l’emergenza sanitaria. È del tutto ovvio che gli oneri di tali misure non possano gravare sull’importo del contributo, stabilito per il solo recupero delle abitazioni, ma che lo stesso debba essere opportunamente integrato con risorse aggiuntive. La Regione è in grave ritardo: il piano avrebbe dovuto già essere stato varato e rimesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la richiesta delle necessarie risorse finanziarie.

Anche il sindaco dell’Aquila avrebbe dovuto attivarsi già da un mese per collaborare al piano con la Regione, ragionando con il Consiglio Comunale anziché metterlo di fronte al fatto compiuto di un’ordinanza prona alle volontà superiori e inadeguata alla nostra realtà.

Paolo Romano – Capogruppo IV

Elisabetta Vicini – Consigliera IV

Edlira Banushaj – Consigliera straniera IV

Pamela Soncini – Assessora al Sociale di Scoppito


02 Maggio 2020

Categoria : Politica
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