Interrogazione sul ritardi Edilizia Residenziale


L’Aquila- Ci viene inviato, da Pio Rapagnà ex Parlamentare abruzzese, leader del movimento inquilini, il testo integrale della interrogazione sul ritardo nella riparazione e ricostruzione della Edilizia Residenziale Pubblica danneggiata del terremoto del 6 aprile presentata il 23 marzo 2010 scorso dal Sen. Marco Perduca del Gruppo Radicale pubblicata nell’allegato B del resoconto stenografico della seduta del Senato n. 353 .
Senato della Repubblica
Legislatura 16º – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 353 del 23/03/2010
Allegato B
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA DEL SENATORE MARCO PERDUCA

- Al Presidente del Consiglio dei ministri – Premesso che:
il 6 aprile 2009 e nei giorni successivi la zona de L’Aquila è stata colpita da un disastroso sisma che ha prodotto ingenti danni al patrimonio pubblico e privato della città;
in particolare, sono risultati molto danneggiati migliaia di alloggi di edilizia residenziale pubblica, i quali, a distanza di un anno dal sisma, attendono ancora di essere riparati o ricostruiti, con notevole aggravio delle spese di ripristino visto l’effetto devastante del rigido inverno aquilano sulle strutture già fiaccate dai movimenti tellurici;
dalla data del sisma, decine di migliaia di inquilini legittimi assegnatari degli alloggi suddetti vagano dispersi tra tendopoli prima e strutture alberghiere dopo, con notevoli disagi sociali e l’aggiunta di spese di assistenza che facilmente si sarebbero risparmiate se i loro alloggi fossero stati prontamente risistemati almeno nei casi in cui dovevano essere effettuati lavori di poco conto ( classificati “A”, “B” e “C”);
la Presidenza del Consiglio dei ministri ha dichiarato, immediatamente dopo il sisma, lo stato di emergenza e, successivamente, è stato varato ed approvato dal Parlamento il cosiddetto “decreto Abruzzo” (decreto-legge n. 39 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 77 del 2009), da cui sono derivate una serie di ordinanze di protezione civile contenenti le norme attuative per la ricostruzione delle zone terremotate (si vedano le ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3753 del 6 aprile 2009, n. 3754 del 9 aprile 2009, n. 3755 del 15 aprile 2009, n. 3757 del 21 aprile 2009, n. 3758 del 28 aprile 2009, n. 3760 del 30 aprile 2009, n. 3761 del 1° maggio 2009, n. 3763 del 6 maggio 2009, n. 3766 dell’8 maggio 2009, n. 3767 del 13 maggio 2009, n. 3769 del 15 maggio 2009, n. 3772 del 19 maggio 2009 e n. 3778, n. 3779 e n. 3780 del 6 giugno 2009, n. 3781 e n. 3782 del 17 giugno 2009, n. 3784 del 25 giugno 2009, n. 3789 del 9 luglio 2009, n. 3790 del 9 luglio 2009, n. 3797 del 30 luglio 2009, n. 3799 del 6 agosto 2009, n. 3803 del 15 agosto 2009, n. 3805 del 3 settembre 2009, n. 3806 del 14 settembre 2009, n. 3808 del 15 settembre 2009, n. 3810 del 21 settembre 2009, n. 3811 del 22 settembre 2009, n. 3813 del 29 settembre 2009 e n. 3814 del 2 ottobre 2009);
fin dall’aprile 2009 il Governo ha individuato nel Presidente della Giunta regionale d’Abruzzo, dottor Gianni Chiodi, il suo commissario con delega per la ricostruzione degli edifici pubblici, quindi anche del patrimonio dell’edilizia popolare;
con l’ordinanza n. 3803 del 15 agosto 2009 si è valutata in 150 milioni di euro la spesa necessaria per gli interventi di ripristino dell’edilizia pubblica;
l’azienda regionale che gestisce l’edilizia popolare (ATER) aveva avviato fin da luglio le pratiche per la ricostruzione, ma queste, paradossalmente, sono state di fatto bloccate prima con l’ordinanza n. 3803 e poi, ancor di più, con l’ordinanza n. 3817 del 16 ottobre 2009, con la quale improvvisamente l’ATER è stata “sollevata” dall’attuazione degli interventi di sua competenza, trasferiti d’imperio al Provveditorato interregionale alle opere pubbliche retto dall’ingegner Angelo Guglielmi e nel quale lavorava, secondo quanto riferisce la stampa, anche il signor Di Nardo, poi citato, per altre fattispecie, negli atti di inchiesta della Procura di Firenze sulle “grandi opere” de La Maddalena;
di fatto, questo repentino passaggio di competenze ha bloccato (come riconosce anche il Commissario dell’ATER, avvocato Piergiorgio Merli, in una missiva in risposta all’associazione degli inquilini “Mia-Casa” coordinata dall’ex deputato Pio Rapagnà) ogni intervento sull’edilizia residenziale pubblica,

si chiede di sapere:
se il Presidente del Consiglio dei ministri sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;
se risulti che il Commissario del Governo, dottor Gianni Chiodi, abbia concretamente applicato le ordinanze di protezione civile precedenti al 15 agosto 2009 ai fini della ricostruzione dell’edilizia residenziale pubblica colpita dal sisma o, nel caso in cui non le avesse applicate, come la mancata ricostruzione lascerebbe supporre, quali siano i motivi per i quali siano state disattese;
se il Commissario del Governo, dottor Gianni Chiodi, abbia applicato l’ordinanza n. 3803 del 15 agosto 2009 ai fini della ricostruzione dell’edilizia residenziale pubblica colpita dal sisma o, nel caso in cui non l’avesse applicata (come la mancata ricostruzione lascerebbe supporre), quali siano i motivi per i quali è stata disattesa;
quali siano le ragioni che hanno suggerito al Governo (ed al Commissario delegato Chiodi) di sollevare dalle sue competenze l’azienda regionale dell’edilizia pubblica ATER e se tale sostituzione abbia finito per bloccare gli interventi possibili che la stessa azienda aveva già avviato e programmato;
quali siano stati i danni aggiuntivi derivati dai ritardi conclamati della ricostruzione a carico del patrimonio pubblico e le maggiori spese di assistenza alla popolazione sfollata sopportati dallo Stato in conseguenza di tali ritardi;
se il Governo sia a conoscenza di come intenda il Commissario delegato Chiodi impiegare i 150 milioni di euro posti nelle sue disponibilità per le esigenze di cui sopra ed in particolare se abbia già provveduto, o intenda provvedere, ad affidamenti o appalti in tal senso;
se si ritenga o meno che le ordinanze citate, che di fatto invadono le dirette ed esclusive competenze regionali per quanto riguarda l’edilizia pubblica, siano conformi oppure eccedano i limiti di cui al Titolo V della Costituzione, pienamente vigente.


01 Aprile 2010

Categoria : Cronaca
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