Terremoto, virus: i tragici silenzi


Neppure il fragore geologico di 11 anni fa riuscì ad azzerare la processione aquilana del venerdì santo, che mestamente si tenne. Quest’anno la perfidia silente e mortifera del virus ci è riuscita. Niente processione, Niente fiaccolata per il sisma. I tragici silenzi aquilani si susseguono. La città è due volte fiaccata.
Lo fu quando rimase distrutta dal sisma, scorribanda per predoni, scenario di una morte sociale e psicologica . Prese a rinascere, più dormitorio fatto di gabbie di cemento (speriamo antisismico) che città. O almeno, la città che era.
Nulla della sua anima è risosto. Monumenti, chiese, simboli: tutto fermo e congelato nell’inerzia ormai abominevole.
Ora ci pensa il virus a imporre silenzi e scorci deserti. Prospettive desolanti perché senza scadenze credibili. Chi sa se, chi sa quando, chi sa come…
Sono tragici silenzi, incubi che abbattono anche gli spiriti forti e segano come rami secchi iniziative e barlumi di vitalità. Il silenzio è il simbolo dell’indifferenza dell’Universo nei confronti umani.

PENSIERINO – Nessun rispetto, neppure quest’anno, per i 309 morti. Il parco della memoria non c’è. Da non crederci.



05 Aprile 2020

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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