UnivAq – UN NUOVO STUDIO CLINICO: COVID-19 E TOCILIZUMAB
L’Aquila – L’Università in collaborazione con la ASL 1 di Avezzano-Sulmona L’Aquila, ha deciso di iniziare uno studio clinico sull’efficacia e la sicurezza del tocilizumab nei pazienti con polmonite da COVID-19. Di tale studio è responsabile il prof. Roberto Giacomelli, ordinario di Reumatologia presso l’Università degli Studi dell’Aquila e direttore della UOC di Reumatologia dell’Ospedale regionale San Salvatore dell’Aquila e sarà effettuato in collaborazione con il reparto di Malattie infettive dello stesso Ospedale, di cui è responsabile il dott. prof. Alessandro Grimaldi.
Si tratta del primo studio di questo tipo in Abruzzo ed ha trovato la condivisione e l’avallo del governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio e dell’assessore Guido Quintino Liris.
Lo studio trae ispirazione dai risultati dall’esperienza dei ricercatori cinesi, secondo cui il tocilizumab ha prodotto incoraggianti benefici clinici e laboratoristici in 21 pazienti affetti da polmonite severa o critica COVID-19 e da varie segnalazioni anche in Italia. Tocilizumab è un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore dell’IL-6, uno dei mediatori dell’infiammazione che aumenta durante la risposta immunitaria contro il virus a livello degli alveoli polmonari. Tale risposta immunitaria e la conseguente “tempesta citochinica” finiscono con il produrre un significativo danno al parenchima polmonare, che può ridurre notevolmente la funzionalità respiratoria contribuendo all’elevata mortalità di tali pazienti. Questo studio nasce della necessità di permettere anche alla nostra Regione, non solo di utilizzare al meglio tale farmaco, ma anche di contribuire al miglioramento delle conoscenze su COVID-19. L’Università degli Studi dell’Aquila, con il prof. Roberto Giacomelli e il gruppo di ricerca da lui diretto, è da anni in prima linea nell’utilizzo di terapie innovative nei pazienti reumatologici. Lo scopo di questo studio è sicuramente quello di aiutare chi si trova in prima linea a combattere il COVID-19, offrendo una nuova arma, ma non si esaurisce in questo perché l’obiettivo finale è quello di contribuire a migliorare le conoscenze scientifiche e di consentire a tutti una possibilità di guarigione.
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