Ricordati Alpini morti sotto valanga
Bolzano – Ricordato il 50° anniversario della tragedia della Croda Scabra avvenuto il 7 marzo 1970 dove sette alpini della 62^ Compagnia del Battaglione “Bassano” del 6° Reggimento Alpini, morirono sotto una valanga nel corso di un’attività addestrativa invernarle in località Ponticello nelle Dolomiti di Braies. Gli alpini erano Franco Bagolin di Veronella, Fausto Baietta di San Pietro Carlano, Angelo Benedetti di Malcesine, Vittorio Bonfante di Gazzo Veronese, Bruno Pighi di Avesa, Luigi Rigo da Quinzano e Luciano Turata di Verona tutti della classe 1949, è tutti della Provincia di Verona. Alla commemorazione hanno preso parte i Gruppi ANA di Mozzecane, Rosegaferro, Pizzoletta, Grezzana, San Candido e Monguelfo, nella circostanza è stata letta la preghiera dell’alpino e deposta una corona di alloro. Al fine di favorire l’incontro, gli alpini di Monguelfo e San Candido hanno battuto una lunga traccia per raggiungere la chiesetta alpina e scavato oltre un metro e venti la neve per offrire la possibilità ai convenuti di leggere i nomi e le varie targhe commemorative, in questa circostanza il Capogruppo Roberto Ballini, ha saluto i convenuti e raccontato l’impegno profuso per più decenni dai soci Gino Tomasi, Sergio Paolo Sciullo della Rocca, Brenno Rossi e Giovanni Fontana per la ristrutturazione e manutenzione della cappella poi seguita successivamente dalla Sezione di Verona, rivolgendo altresì un vivo apprezzamento al Capo Gruppo di San Candido Aldo Ronco per la fattiva collaborazione fornita. A termine della cerimonia è giunta anche la telefonata del Maresciallo degli alpini “cinofilo” Miche Tortorella di Chieti, oggi in pensione e al tempo in servizio presso il Battaglione “Trento” a Monguelfo che nel 1970 fu tra i soccorritori che così si è espresso: “ Quel triste giorno, è impresso fortemente nella mia memoria perché sono stato lì appena dopo la tragedia con il mio cane “Basco” da valanga a partecipare alle ricerche, un dramma dove trovammo il fronte della valanga ampio e molto alto, tutti i soccorritori per raggiungere i travolti dovettero raddoppiare la lunghezza delle loro sonde da valanga. Non mi prolungo, ma vi assicuro che era qualcosa di tremendo e d’indescrivibile”. La foto in bianco e nero del 1970, ritrae il cinofilo Tortorella con il suo cane e l’elicottero leggero con cui giunsero sul luogo della valanga.
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