Virus in Abruzzo, 40 contagiati, alcuni gravi: come reagisce la gente nelle farmacie
L’Aquila – Sono ormai una quarantina i contagiati in Abruzzo, una decina dei quali in condizioni tali da richiedere la terapia intensiva. Ma gli effetti del virus si avvertono semplicemente girando per qualsiasi centro abitato. Poco traffico, pochi pedoni (che spesso si tengono a debita distanza), ancora qualche negozio aperto: specie quelli gestiti da stranieri.
Nelle farmacie si assiste a situazioni senza precedenti. Prima di tutto, la fila fuori del locale, fatta di persone che sostano a distanza. Qualche problema nelle precedenze, na tutto sommato sufficiente comportamento civico . Quando un cliente servito esce, da fuori ne entra un altro. I farmacisti (che di solito non portano mascherine) rispettano per quanto possibile la distanza fisica di almeno un metro e consegnano i farmaci allungando le braccia . In una coda esterna, ci è capitato di trovare una giovane con mascherina che tossiva e guardandosi intorno spiegava di soffrire il freddo. Con molto imbarazzo e palese incredulità dei compagni di coda, alcuni dei quali le hanno ceduto il passo per mandarla via prima possibile…
I farmacisti sono spesso preoccupati e visibilmente poco felici del loro compito, che in questo periodo è ingrato.
Comunque all’interno delle farmacie ci sono chiaramente indicati i punti di sosta delle persone di attesa, distanziati a sufficienza.
Dialoghi tra le persone ridotti al minimo. Aleggia la preoccupazione, qualche volta la paura. Difficile criticare: viviamo in un momento mai neppure immaginato prima, quindi tutto è possibile e anche comprensibile. Finanche lo sfogo di un anziano che a voce alta se la prende con Mattarella, accusandolo di non aver fatto nulla. E’ cghiaro che tutto è più difficile quando si è ignoranti e disinformati caparbiamente.
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