Cospa: campi distrutti e strade insicure
Ofena – Scrive Dino Rossi del Cospa: “Ispra nel pallone, i campi distrutti le strade insicure e soldi sperperati: cosa vuoi di più dalla vita?
Nasce un comitato spontaneo di 140 capisquadra abruzzesi atto a contestare il nuovo piano faunistico, che penalizza le squadre di caccia con i cani, comunemente chiamata braccata, da non confondere con le braccate che si fanno in altre regioni, composta da venti cani e una moltitudine di cacciatori. La braccata abruzzese, a differenza di altre, è quella meno impattante, si esercita con l’ausilio di un massimo di 4,5 cani con un numero di circa 20 cacciatori. Questo tipo di braccata in Abruzzo si è tramandata da anni, non ha creato impatto ambientale, come qualcuno vuole far credere, tanto è vero che l’orso si è spostato nelle zone dove da sempre si è praticato questo tipo di caccia tramandato da secoli. Adesso, questi cervellotici scienziati si sono inventati il PATOM, (piano d’azione tutela orso marsicano), con un costo di 80.000.000,00 di euro e lo trasferiscono sulla cartina in funzione dello spostamento dell’orso. Il problema non sono i cacciatori, ma gli aiuti elargiti senza senso! Questo nuovo piano oltre che a penalizzare i primi attori, risulta essere un vero colpo di grazia all’agricoltura già seriamente compromessa e alla sicurezza stradale. Stranamente, solo in Abruzzo è stato affidato l’incarico per redigere il nuovo PFVR, con una convenzione di 135.000,00 all’ISPRA, pur non avendo gli strumenti per farlo. Infatti dall’atto deliberativo della giunta regionale n°875 del 27 dicembre 2016 si evince dalla rendicontazione che il tecnico dell’Ispra ha percepito 50.200,00 € per dodici mesi e spesato di vitto e alloggio pari a 20.000,00 €, 37.000,00€ di materiale binocoli fari alogeni e radiocollari a questo si aggiunge altri 10.800,00€ di batterie fari manutenzioni mezzi Ispra e cancelleria 8.000,00€ di reagenti per analisi, 9.000,00€ per spese varie. Qui molte sono le domande che sorgono spontanee: questo tecnico come faceva a d usare le auto dell’Ispra se lavorava per la regione Abruzzo? Come si fa a pagare un tecnico assunto in un altro ente? Come mai l’Ispra ha accettato l’incarico pur non avendo l’attrezzatura visto che è stata la regione a comprarla? La cosa strana è che in pochi hanno visto in giro i mezzi dell’Ispra e in maniera velata si è visto qualcuno girare negli uffici degli AATTCC. L’episodio che a raccontarlo sembra proprio una barzelletta, è il metodo adottato per individuare la lepre italica utilizzando un cane che a seconda di come muove la coda gli esperti dell’Ispra riescono a capire di quale lepre si tratta. Tutto questo in presenza di alcuni cacciatori di passaggio che ancora non si riprendono dalle risate. A quanto sembra, i dati per il piano faunistico sono da sempre a disposizione dell’ISPRA forniti dalle varie regioni, quindi fare un piano non occorreva necessariamente acquistare tutto questo materiale, avevano tutto in mano. Troppi soldi ingiustificati per un piano faunistico che invece di abbattere i cinghiali li salva, visto che prevede dalle oasi 500 metri di rispetto in linea d’aria là dove secondo il nuovo piano, il cinghiale dovrebbe essere eradicato. Questo esperto ci dovrebbe dire come si può eradicare il cinghiale con la riduzione delle squadre che in trenta giorni l’anno abbattono più di 8000 cinghiali sulla zona dichiarata nel nuovo piano, non vocata, proprio dove insistono una miriade di oasi e riserve che risultano essere il serbatoio di cinghiali, come dichiarato da un’intervista al dott. Genovesi responsabile dell’Ispra. Insomma, una confusione senza fine che comporta solo danni ai cittadini, con sperpero di danaro pubblico spesi per il nulla, a danno dell’agricoltura e degli automobilisti, per questo si spera ad un intervento della corte dei conti.
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