Pascoli, meglio tardi che mai…
Rossi: ormai i buoi sono fuori e è inutile chiudere le stalle.
Ofena- Dino Rossi del Cospa torna su un argomento da lui sollevato tra i primi diverso tempo fa. Ecco il suo intervento: “Un vecchio proverbio in tema che calza bene con quello che accade da molti anni sulle nostre montagne.
Finalmente la politica abruzzese si è svegliata, forse sono stati “i testimoni di Geova con le loro riviste”, o forse le numerose lamentele degli allevatori abruzzesi che non riescono più a trovare un pezzetto di uso civico libero sulle nostre montagne. Oggi i Mas Midia sono alla ricerca di scheletri negli armadi, gli stessi che terrorizzano dal 2012 i nostri monti e gli allevatori abruzzesi. Tanto è vero, che ad avere paura sembra sia stata anche la magistratura aquilana, che a suo tempo, nel lontano 2012, lo scrivente con una missiva inoltrava il Prefetto dell’Aquila esponendo di quanto accadeva sulle nostre montagne e dove finivano i fiumi dei finanziamenti destinati agli allevatori storici, in crisi da una serie di scelte politiche. Come per la blue tongue, anche l’accaparramento dei fondi UE la magistratura aquilana ha preferito arginare il problema della mafia dei pascoli, disponendo l’archiviazione. Dobbiamo dire grazie alla mafia siciliana e alla magistratura sicula se ora tutti si sono accorti di cosa avviene alle spalle di allevatori italiani, dico italiani, in quanto questo fenomeno di accaparramenti dei fondi destinati alle aziende storiche, interessa gli allevatori di tutta la penisola. Quando uscirono i primi articoli one line, iniziarono ad arrivare telefonate da tutta la penisola di allevatori disperati, fui chiamato anche da un comando Forestale del Conero Marche, in quelle circostanze li rassicurai dicendo loro che la magistratura dell’Aquila era stata interessata e che addirittura ero stato contattato dal NAC nucleo antifrode comunitario che fa capo al ministero dell’agricoltura. Tutto finito in un cestino, le testate giornalistiche più autorevoli hanno taciuto, nonostante io avessi ricevute minacce da queste società fantasma, allora chiamate “Pascoli alti”. A nulla è servito la mia querela per le minacce telefoniche subite fatta al comando compagnia dei carabinieri di Sulmona alla presenza del capitano Francesco Nacca e del NAC, nonostante avessi conservato il numero di telefono ed indicato alle forze dell’ordine. All’epoca dei fatti fu interessato anche la commissione agricoltura alla camera tramite Gallinella del movimento 5 stelle. La verità è che si sta combattendo contro i poteri occulti della politica italiana. In sostanza sono più di otto anni che queste società fantasma rastrellano fondi UE con due asinelli. Di queste società fantasma anche il Dott. Guido Conti se ne era occupato in passato e successivamente aveva ripreso dopo una mia telefonata, quando era ancora comandate della Forestale in Umbria, visto che la vicenda comprendeva anche la sua giurisdizione. Una morte quella del Dott. Conte assai misteriosa!? A tutto questo bisogna aggiungere il silenzio assordante delle associazioni agricole, quelle che dovrebbero tutelare l’agricoltura e l’allevamento, le prime responsabili visto che sono solo loro deputate a presentare le domande in AGA, le stesse che oggi le troviamo a difendere gli allevatori disperati nei tavoli istituiti dal comune dell’Aquila! Cari signori, il marcio noi l’abbiamo ad un palmo di naso e puntiamo il dito verso altri, ma i primi in assoluto sono le organizzazioni sindacali agricole, è quello il punto di partenza per fare chiarezza e restituire i soldi a tanti allevatori storici in affanno.
(Ndr) – La denuncia è consultabile richiedendone copia a Dino Rossi.
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