Lettere – Ponte Belvedere, 10 anni per “l’idrodemolitrice”
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “La cittadinanza e` stata informata che da lunedi il Ponte Belvedere sara` idrospolverato; con le debite proporzioni dovute al tipo di struttura, qualcosa di simile a quel che avviene quando tocca ristrutturarere una casa. La struttura resta e si eliminano i pezzi ammalorati. Quindi scaglie, frammenti o pezzi di cemento, che se cadessero in testa a qualcuno lo ammazzerebbero, vengono colpiti con una sorta di lavaggio a pressione altissima e si sbriciolano. La domanda allora e` come mai, se nel giro di poco tempo, il piano, certamente logico, e` diventato rapidamente esecutivo, non s’e` concretizzato prima. Ma chiedendo anche perche`, se miracolosamente e nel breve volgere di poche ore sembrerebbe si sia avuta conferma che il ponte, dal crolla/ non crolla/ al va rifatto (piu` grande e piu` bello che pria), non mostrerebbe invece criticita` di tenuta statica, che significato ha, tradotto per i profani, confrontarsi con i cittadini (quali, quanti, in che modo?), con i residenti, con associazioni varie per “pianificare una strategia condivisa sul futuro dell’infrastruttura”? Che strategia, che futuro? Perche` pare si stia parlando di un ponte, indispensabile per la viabilita`e che essendo un ponte, se si e` certi che “regge” deve fare il ponte. Di che strategia e di che futuro si parla? Fermo restando che l’unica pianificazione concepibile potrebbe essere finalizzata a garantire a chi ci abita sotto e se lo ritrovo` sul tetto di casa, una sistemazione idonea ma in pieno centro e non a Casamicciola…. Perche` quando si sente parlare di pianificare, condividere ecc nessuno puo` impedire di pensare e temere che in futuro possa spuntare chissa` che cosa, tipo centri direzionali, o magari un altro bel centro commerciale, con annessi parcheggi sotterranei. Posto che, tornando al ponte, non solo a L’Aquila ma non e` una giustificazione, pare si debba aspetta sempre che le situazioni rischino di precipitare. Cosi come quando anni fa nel piazzale della stazione un albero agonizzante provoco` una tragedia o, piu`di recente s’e` rischiato il bis in via Piemonte, dove fortunatamente, si fa per dire, le “lesioni” le ha riportate una vettura. Senza aspettare che il comune venga citato in giudizio perche` una delle migliaia di buche sulle strade determina danni a cose e persone, perche`si interviene, ma a macchia di leopardo con la “scusa” che servono i soldi. Si usino quelli che ci sono, ma per le priorita`. Infine, anche per il ponte, meno chiacchiere, interviste, comunicati, conferenze, riunioni ma individuazione immediata di chi abbia prerogative e competenze per agire. Ricordando, ove dovesse servire, che esiste sempre l’art. 2051 del codice civile. E quando non viene rispettato a pagare e` il contribuente, mai “altri”.
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