Craxi, almeno un garofano
Commuove chi è ancora capace di provare sentimenti, quindi difficilmente un politico, immaginare una tomba tra le sabbie della Tunisia, rivolta verso un mare tanto azzurro e spumoso quanto tragico come sepolcro liquido di migranti.
Una tomba coperta di garofani rossi. Bettino Craxi ha spento le sue inquietudini lontano dall’Italia, dove non tornerà mai.
Vorremo sperare, senza molta convinzione, se tra quei garofani ve ne sia stato qualcuno giunto dall’Abruzzo.
Craxi guidava un partito che da noi arrivò a superare il 20 per cento, anche grazie a bravi socialisti locali. Ma il sano decisionismo del periodo positivo siglato Craxi, nel quale in tanti sguazzavano pronti a voltare le spalle al “cinghialone” alla minima avvisaglia di vento ostile, portò a grandi risultati per l’Abruzzo, tra i quali l’inaugurazione del traforo del Gran Sasso de lab ipogeo più grande del mondo.
Basterebbe buona memoria e onestà intellettuale per deporre un garofano tra le sabbia di Hammamet. Ma i veleni e la falsità della politica di oggi non hanno fatto il miracolo.
PENSIERINO – Quando morì Berlinguer il suo acerrimo avversario, irriducibile e inconciliabile, Almirante, andò da solo nella sede del PCI e sostò davanti alla salma. Depose un bacio sulla fronte di Berlinguer e andò via tra due ali di comunisti silenziosi e alcuni anche commossi. Altro stile, altro spessore umano. Lontanissimi quei tempi, impensabili oggi.
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