“Cinghiali – Regione Abruzzo, cambiano i musicisti ma la musica è sempre quella”
Ofena – Dal Cospa allevatori fondato da Dino Rossi: ” Nelle altre regioni, sono cambiate le amministrazioni, ma si vedono i risultati, come la regione Liguria che prolunga la caccia al cinghiale di 30 giorni. Non solo. La regione Liguria fornisce anche le recinzioni elettrificate cosa che in Abruzzo non succede, nonostante Lega sia il primo partito. Il problema è che della Lega hanno solo il travestimento! In realtà le regioni settentrionali hanno la mentalità di salvaguardare l’allevamento e l’agricoltura, mentre in Abruzzo prevale la conservazione del territorio, che puntualmente va a fuoco.
Noi cacciatori e agricoltori diamo il massimo al fine di ridurre al minimo i danni e il numero degli animali, con risultati eccellenti da parte delle squadre dei cinghialai tra cui quella della squadra monte Cappucciata in località Carpineto della Nora (PE), con capo squadra da 2 anni lo scrivente, la quale ha riportato un carniere di 70 animali abbattuti in 30 giorni di battuta. Nonostante Il mese di ottobre sia stato caldissimo, i cani soffrivano il caldo e i Carabinieri Forestali dell’ente Parco con sede a Carpineto della Nora incalzavano le squadre a non liberare i cani prima delle ore 09:00 di mattina. Immaginate i poveri cani dentro i trasportino al caldo in attesa di essere liberati ad una temperatura superiore alla media che superava abbondantemente i 30 gradi Non mi meraviglia tanto il fatto di chi le Leggi le scrive, ma di chi le applica senza valutare e avere un minimo di buon senso anche verso i nostri cani che soffrono il caldo. Purtroppo, per un comandante un po’ troppo zelante la squadra è stata multata come se la caccia al cinghiale non fosse già dispendiosa di sé. Per non parlare della mancata vendita di carne dei cinghiali catturati dovuto ad una regione che non offre ai cacciatori la possibilità di vendere i cinghiali abbattuti. Sono tante piccole cose che poi alla fine non fa altro che scoraggiare i cacciatori che veramente fanno una fatica immane per il recupero delle carcasse pulizia e mettere a norma le casette di caccia con lavori straordinari ed attrezzature varie. Per non parlare dell’abbandono dei campi delle strade di accesso che costantemente vengono ripulite e ripristinate dalla squadra. Poi lo stato consente tre mesi di caccia su un territorio dissestato, abbandonato dalle amministrazioni locali, ridotti a circa 30 giorni visto che solo tre giorni a settimana si possono organizzare le battute. Si fa presente che ora è il momento più propizio per la braccata, in quanto la vegetazione offre una grande visuale dovuto alla caduta delle foglie e gli animali abbandonano le aree protette in quanto sono innevate. Ricordiamo che la regione Abruzzo è quella che ha più territorio protetto in beffa alla legge nazionale, la famosa 157/92, la quale viene invocata a piacimento, anche da chi dovrebbe far rispettare la Legge. lo scrivente ha più volte sollevato illegittimità sia per le catture dei cinghiali con le gabbie e sia lo sconfinamento degli animali del parco sui territori liberi. Anche se la 157/92 vieta la introduzione di animali non autoctoni, ci ritroviamo istrici, caprioli, cervi e lupi non presenti nel nostro territorio a memoria d’uomo. Per questo è mia intenzione accedere ai documenti dei tre parchi nazionali presenti sul territorio al fine di verificare la provenienza degli animali reintrodotti sul nostro territorio. Si spera in una regione più attenta ai problemi legati alla fauna selvatica che sta portando all’abbandono dei territori già enormemente attanagliati da leggi e leggine a tutela di non si sa che cosa, ma di sicuro a chi non tutela chi lavora e produce.
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