Fiaccolata, la croce a chi dà fastidio?
L’Aquila – Da Carlo Frutti riceviamo: “Non vorrei che quello che dovrebbe essere un momento di partecipazione collettiva ed unitaria ad un lutto, alla sofferenza di una intera popolazione del comprensorio aquilano si trasformi in un momento di polemica. Evitiamolo ad ogni costo.
Questa mia stessa riflessione non vuole esserlo ed è pensata solo per invitare tutti, dalle autorità, agli organizzatori, ai partecipanti, a vivere il giorno della commemorazione con un solo grande cuore, ma … non cadiamo nell’errore di dividerci.
Non esistono vittime di serie differente, né comitati e gruppi organizzati a vario titolo o interesse che si possono, loro sì, appropriare di un momento che è e deve essere solo di raccoglimento, cordoglio e solidarietà, ma di tutti, indistintamente.
Mi chiedo che senso ha imporre divieti.
Perché un cristiano non può portare con se una croce che è l’espressione più alta della sofferenza, del martirio, della passione, del dolore, di quei sentimenti che abbiamo provato tutti dalle ore 3,32 del 6 aprile e che ancora pervade i nostri cuori.
Chi può vietare ad un credente di qualsiasi credo di vivere il momento del ricordo aggrappandosi al simbolo della sua fede.
Sono un alpino, e con il Gruppo Alpini di Roio ci siamo organizzati per seguire la manifestazione e la fiaccolata che convergerà sulla città.
E’ vietato anche indossare il nostro cappello ?
Certo nessuno deve “approfittare” della manifestazione e sfruttarla per una maggiore visibilità, a cominciare dai politici impegnati nelle vicende elettorali, ma potete chiedere ad un volontario della Protezione Civile, ad un vigile del fuoco, ad una crocerossina di non sfilare con la sua divisa ?
Utilizzando il social network Facebook ho lanciato l’idea, ho chiesto a tutti gli italiani di partecipare al nostro momento di raccoglimento e di accendere la notte della manifestazione una candela, di lasciare una luce accesa in segno di vicinanza e solidarietà. Tantissime le adesioni.
Così come molte altre sono le iniziative… se sono vere e partono dal cuore … che male c’è.
Io ci sarò con la croce, un ramoscello d’ulivo e con il cappello alpino, sarà il mio modo per ricordare e non dimenticare”.
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