Lettere – Come dirlo?
L’Aquila – Scrive Roberta Gargano: “Quindi Invitalia, gettonatissima agenzia nazionale, sarà stazione appaltante per la ricostruzione delle scuole a L’Aquila, una sconfitta per il nostro territorio che sembra essere stato bocciato in quanto incapace di condurre a buon esito gli appalti pubblici.
Ho combattuto con tutte le armi a disposizione di un semplice cittadino dal 7 aprile 2009 perché la ricostruzione potesse rappresentare una importante leva di rinascita per la Comunità Aquilana ed Abruzzese, abbiamo ottenuto di condurre direttamente la ricostruzione privata che aveva preso la stessa strada dei grandi appalti nazionali in sedi remote, oggi il territorio si vede sottratto un’altra possibilità di generare economia. Noi abbiamo già le stazioni appaltanti, abbiamo il Provveditorato alle Opere Pubbliche a cui il livello politico dovrebbe dare la possibilità di assumere giovani ingegneri, architetti, avvocati e dottori in economia con contratti legati alla ricostruzione, abbiamo l’ARIC, agenzia regionale per l’informatica e la committenza, che con la sua nuova configurazione e con sede a L’Aquila può essere stazione appaltante per gli Enti Pubblici, e che, con la possibilità di assumere o contrattualizzare in outsourcing, potrebbe creare lavoro qualificato nel territorio e velocizzare gli affidamenti dei lavori.
Ma la gravità è che il vero problema viene nascosto ancora una volta, come la polvere messa sotto il tappeto: la ricostruzione pubblica di un territorio distrutto da un sisma non si può efficacemente condurre con le norme ordinarie a cui una certa politica è voluta tornare.
Per ricostruire occorre una normativa speciale che tolga gli appalti legati alla ricostruzione dalle insuperabili pastoie burocratiche italiane.
Ci dovete cambiare le norme, non toglierci gli appalti!
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